È sono tre. Le antologie del Connettivismo raggiungono il numero perfetto. Dopo Supernova Express - Antologia manifesto del Connettivismo (raccolta di 12 storie a cura di Giovanni De Matteo e Marco Zolin, introduzione di Valerio Evangelisti, Ferrara Edizioni 2007) e Frammenti di una rosa quantica, seconda antologia del Connettivismo, a cura di Lukha Kremo Baroncinij (introduzione di Luca Masali, Kipple Officina Libraria 2008) e da poco stata pubblicata la terza antologia del Connettivismo (postfazione di Alan D. Altieri, Edizioni Diversa Sintonia 2009). A curare quest’ultima raccolta è stato Sandro “Zoon” Battisti, uno dei fondatori del movimento che ha voluto connotare in maniera totalmente diversa questo nuovo lavoro collegiale dei connettivisti. Non potevamo quindi non fare quattro chiacchiere con lui, sull’antologia, ma fare anche un bilancio stesso del movimento. Battisti è autore di alcuni racconti, tra i quali ricordiamo Il gioco (Stampa Alternativa, 1993) e In quale continuum apparso nell’antologia Noir no War, a cura di Marco Milani e Alda Teodorani pubblicata da Giulo Perrone Editore; collaboratore di Delos Science Fiction e di Fantascienza.com, nonché direttore di NeXT la rivista dei connettivisti, Battisti è anche sceneggiatore di fumetti per la Cagliostro E-Press.
Tu sei uno dei fondatori del Connettivismo, insieme a Giovanni De Matteo e Marco Milani. A quasi cinque anni dalla nascita del Movimento e dalla pubblicazione del manifesto, quale bilancio ti senti di tracciare? Avete raggiunto gli obiettivi culturali che vi eravate prefissati?
Guardarsi indietro e scoprire che sono passati cinque anni di Connettivismo è quasi uno shock, ma hai ragione, è proprio così. Tutto questo tempo è passato in un soffio, denso di progetti, impegni, sogni, realizzazione di molti di essi: abbiamo fondato una rivista cartacea tuttora in corsa, all’avanguardia per argomenti e su cui scrivono persone che hanno qualcosa di innovativo da dire; abbiamo pensato e realizzato dei cortometraggi, tre antologie cartacee, un sito web che è il punto di riferimento della sensibilità in espansione che è il Movimento. Inoltre, realizziamo trasmissioni radiofoniche, scriviamo su più testate web e non solo, abbiamo lambito la TV, vinto due premi Urania, performiamo presentazioni e spettacoli multimediali in cui la catarsi ricopre un ruolo determinante, ci esprimiamo attraverso realizzazioni grafiche, ci poniamo domande sempre nuove e stringiamo amicizie e collaborazioni con persone o entità che ci sono limitrofe nel pensiero. Ed è questa forse la parte più importante di tutti questi cinque anni, perché dai tre personaggi iniziali che eravamo ci ritroviamo ora a contarci in svariate decine di unità, arricchendo così il dibattito (interno ed esterno) culturale, artistico, cerebrale, facendo continuamente crescere tutto il Movimento e spostando continuamente un po’ più in là i nostri limiti. Una delle sfide attuali è entrare nel mondo dell’editoria per dire ancora di più diffusamente cosa è il Connettivismo; ma questa è ancora una storia in partenza, tra altri cinque anni tireremo nuove linee e vedremo. Per il momento siamo sicuramente impegnati su tanti fronti, sempre di più. E siamo sicuramente soddisfatti, al di là di ogni aspettativa iniziale.
Quale credi sia stato l’apporto che il Connettivismo ha dato alla fantascienza italiana?
Forse l’aver portato una novità al suo interno. Non voglio presumere, dicendo così, che serviva qualcosa di nuovo all’interno del mondo SF italico però, di fatto, credo che col Movimento una novità si sia fatta avanti nella fantascienza italiana e non solo, un qualcosa in più di cui parlare, discutere, magari anche contestare. Sono realisticamente convinto, al di là di tutto, che si sia dato voce a una sensibilità strisciante e poco visibile, che era sottesa all’ambiente italico (e forse non solo) della SF e del Fantastico.
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