La casa editrice Perseo Libri, oggi ribattezzata Elara ha raccolto in cinque volumi l’opera omnia di Aldani: La croce di ghiaccio, Ontalgie, Aria di Roma andalusa, Febbre di Luna e Themoro Korik, il suo ultimo romanzo. A questi titoli si deve aggiungere la già citata raccolta, firmata con Ugo Malaguti, Millennium. Con la elara, Aldani aveva ripreso le pubblicazioni anche della sua rivista Futuro, ribattezzata Futuro Europa, co-diretta con Ugo Malaguti.
Quando le radici è invece il primo romanzo di Aldani e, diciamolo subito, lo consideriamo il suo capolavoro.
Il protagonista è Argo Varin, impiegato di seconda classe dell’ICU (Istituto Centrale Urbanistico). Il suo lavoro consiste nel prendere delle schede espulse da una macchina e approvi un visto, dopo aver controllato che la scheda sia esattamente uguale a quella precedente. Non è dato sapere ad Arno, così come ai suoi colleghi di lavoro, a cosa servano queste schede.
La sua vita si svolge tra il lavoro, la casa e gli incontri sessuali al buio organizzati per lui da un fantomatico gruppo denominato “Felce azzurra”. Siamo nell’Italia del 1998, in cui i piccoli centri urbani, che da sempre hanno costituito l’ossatura della Penisola, sono stati fagocitati dalle città, dando vita a immense megalopoli, tanto al Nord quanto a Sud del Bel Paese.
L’unica nota stonata nella vita di Arno sono le gite che ogni tanto si concede a Pieve Lunga, il piccolo paesino dove è nato e che ormai è formato solo da quattro case diroccate, abitate da alcuni anziani che vivono senza luce, acqua e gas semplicemente perché si sono rifiutati di trasferirsi, come hanno fatto tutti, in città.
Una sera, come tante altre, dopo aver preso una sbronza in un bar, Arno viene trascinato da un amico ad una festa in cui conosce Milena, la padrona di casa, che sembra condividere la passione per una vita semplice, a contatto con la natura, non quella stressante e alienante della città. Per Arno è un punto di svolta, anche lui maturava già da tempo l’insoddisfazione per la vita che conduceva e con l’aiuto di un suo amico sindacalista, soprannominato il Politico, lascia lavoro, casa ed amicizie, e si trasferisce a Pieve Lunga. Trascina anche Milena, solo per pochi giorni, ma la donna ben presto si rende conto che la vita di campagna è troppo dura e ritorna in città, anche se con una vaga promessa di ritornare.
Aiutato dagli anziani di Pieve Lunga, Arno si sente a suo agio a contatto con i boschi, il fiume e la vita semplice che conduce. Ma un nuovo mutamento nella sua vita è all’orizzonte e coincide con l’arrivo in paese di una carovana di zingari.
I primi sei capitoli di Quando le radici, furono scritti nel 1966 a Roma, mentre il resto del romanzo venne completato dieci anni dopo, quando Aldani era ormai ritornato nella sua terra natia. Lo stesso Aldani ricorda quel passaggio fondamentale della sua vita ricorrendo ad una metafora fantascientifica: “Appena arrivato da Roma in provincia di Pavia, mi è sembrato di sbarcare su un altro pianeta” (Intervista di Giuseppe Lippi - con il contributo di Mirella Aldani, Ugo Malaguti e Sebastiana Vilia -, Urania n. 1494, Mondadori, gennaio 2005).
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