La science fiction - in quanto letteratura popolare - ha nella serialità una delle sue caratteristiche principali. Ciò ha permesso a molti scrittori di creare veri e propri cicli di romanzi che hanno - quasi sempre - appassionato migliaia di lettori in tutto il mondo, e questo al di là della loro bontà letteraria. Una delle prime saghe della storia della fantascienza – e sicuramente tra le più affascinanti – è quella creata dallo scrittore americano Edgar Rice Burroughs, che ha per protagonista il pianeta Marte.
Il primo romanzo di questo ciclo, composto da altri undici volumi, è Sotto le Lune di Marte (Under the Moons of Mars, conosciuto anche come A Princess of Mars), dove il lettore fa la conoscenza con l’eroe burroghsiano John Carter e un pianeta Marte non ancora svelato dalla scienza astronomica.
Burroughs nasce a Chicago, il 1 settembre 1875. Figlio di un fabbricante di batterie, frequenta diverse scuole private e poi finisce per l’arruolarsi nella U.S. Cavalry. Come nella miglior tradizione degli scrittori di fantascienza, Burroughs finisce, prima di dedicarsi completamente alla sua carriera letteraria, per fare molte e diverse esperienze di lavoro: minatore, poliziotto ferroviario e venditore in un Drugstore. La successiva iniziativa di far funzionare una ditta per la vendita di temperini, puntualmente fallita, lo porta addirittura sull’orlo del suicidio. Ma in questo periodo avviene la svolta della sua vita: la pubblicazione del suo primo romanzo, ossia proprio Sotto le Lune di Marte, pubblicato a puntate sulla rivista All-Story Magazine.
Non c'è dubbio che lo scrittore americano venne influenza da almeno due visioni di Marte che nei decenni in cui visse Burroughs erano ben presenti sia sui mass media dell'epoca sia tra le persone colte: quella di Schiapparelli e dei suoi canali, ma forse ancor di più quella dell’astronomo americano Percival Lowell. Le sue tre opere sul pianeta rosso -
Mars, del 1895; Mars and Its Canals, del 1907; Mars as the Abode of Life, del 1908 - hanno influenzato decine di scrittori di fantascienza. In esse, infatti, si descrive Marte come un piaenta arido, abitato da marziani intelligenti e prova ne sarebbero i cosidetti canali che per Lowell sono artificiali e creati per portare acqua dai poli al resto del territorio marziano.
Il valoroso capitano John Carter dalla Virginia del selvaggio West si ritrova misteriosamente catapultato su Marte. Qui, da tempi memorabili, le varie tribù aliene che abitano il Pianeta Rosso combattono un'eterna lotta tra di loro, in un'era sospesa tra tecnologia e pseudo medioevo. Dopo mille avventure John Carter si innamora di Dejah Thoris, la principessa di un popolo che sta per essere sopraffatto dalla tirannia di altri marziani. Carter, con ogni mezzo, tenterà di riportare l'ordine su Marte.
Il Pianeta Rosso non è altro, nell’Immaginario dello scrittore americano, che un west esotico, in cui ai cavalli si sostituiscono animali con otto zampe, agli indiani alieni verdi e alti circa quattro metri e pistole laser alle classiche colt.
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