Capita che, a volte, scrivere una quarta di copertina di un libro (il breve testo che dovrebbe indirizzare il lettore nell’eventuale acquisto) sia una vera e propria arte. Per esempio: andatevi a leggere le quarte di copertina di Urania della gestione Fruttero-Lucentini e ci troverete una vera e propria enciclopedia della fantascienza, una miniera di informazioni e di curiosità. Oppure, sono tutte da gustare quelle che Valerio Evangelisti ha scritto per i quattordici volumi de Le Grandi storie della fantascienza curate da Isaac Asimov e ristampate di recente dalla Bompiani.
In generale, il testo delle quarte di copertina dovrebbe convincervi della bontà del romanzo o del saggio e comunque essere il più chiaro possibile.
Ultimamente mi sono imbattuto nel libro di Roberto Pinotti dal titolo Fantacinema effetto ufo, edito da Olimpia nel 2006. Ecco la quarta di copertina: “In questo libro Roberto Pinotti riesamina tutta la filmografia americana e occidentale del secondo dopoguerra sondandone i dialoghi, i retroscena, gli interventi sulla produzione dell'intelligence e dell'esercito, per ricostruirne un quadro in filigrana inquietante. Da La cosa da un altro mondo a Ultimatum alla Terra, da La guerra dei mondi (versione 1953) a Cittadino dello spazio, da L'invasione degli ultracorpi a Il pianeta proibito. E poi i film giapponesi, inglesi, francesi e italiani, il passaggio alle produzioni televisive da Ufo a X-files. E di nuovo il cinema: da L'uomo che cadde sulla Terra fino a Independence Day e alla parabola di Spielberg, a partire dai fasti ottimistici di Incontri ravvicinati fino al remake claustrofobico e pessimistico di La guerra dei mondi. Indizi, depistaggi, messaggi subliminali organizzati dalla potente macchina dell'intelligence americana per coinvolgere Hollywood e la tv nella più grande operazione di imprinting mai tentata: evitare il panico qualora, prima o poi, gli alieni decidano di scendere sul nostro pianeta”.
Come forse è noto a molti, Pinotti è un sociologo ed il presidente Centro Ufologico Nazionale che studia i fenomeni "esotici" da rientro atmosferico, altrimenti definiti ufologici, oltre ad essere autore di numerosi libri sull’argomento.
Premesso che non ho letto Fantacinema effetto ufo, la tesi che emerge dalla quarta di copertina è però affascinante, degno di un X-Files: l’Immaginario Collettivo fantascientifico sarebbe stato costruito ad arte per socializzare tutti noi ad un eventuale arrivo di extraterrestri.
A confronto la trama di L’Invasione degli Ultracorpi (The Body Snatchers, 1955) di Jack Finney sembra quasi una favoletta per bambini. Già, perché nel romanzo dello scrittore americano numerose persone affermano che alcuni loro parenti non sono più loro... l'aspetto fisico, il comportamento, i pensieri sono sempre gli stessi ma qualcosa sembra cambiato. Miles Bennell, un medico, scopre l'orribile, folle verità: mostruosi baccelli, provenienti dallo spazio, replicano alla perfezione le persone durante il sonno, assumendone l'aspetto esteriore nei minimi particolari e assorbendone i ricordi e la personalità. Notte dopo notte le "copie" degli abitanti di Santa Mira si sostituiscono agli originali.
Perché darsi tanto da fare e sprecare tanta energia: anziché sostituire le persone basta fargli vedere i film di Spielberg (quelli fantascientifici, ovviamente). Niente di più facile.
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