– Stai attento uomo. Solo persone valorose riescono a superare la notte nel regno mutante. Qualsiasi cosa udirai, non aprire la porta. Se riuscirai a resistere, Sandog saprà che meriti di parlare con lui. Non saresti dovuto venire fin qui. Fai ancora in tempo ad andar via, ma se decidi di restare non dimenticare le mie parole. Non aprire a nessuno durante la notte. Se vuoi, puoi avvicinarti alle finestre per guardare fuori, ma non sporgerti o sarai risucchiato. Ho scelto l’ultima delle case per te, affinché tu abbia tempo per riposarti. L’entità notturna non saprà dove alloggi e inizierà la sua smaniosa ricerca dal principio. Mi raccomando terrestre, non smetterò mai di ripetertelo. Non aprire quella porta! Henry era sconvolto. Il bambino sembrava come in catalessi: il suo sguardo fisso e vitreo, ma anche tanto triste.
Ora l’uomo non desiderava più andarsene. Qualunque mostro si fosse presentato al suo cospetto, avrebbe agito come indicato. Non avrebbe aperto. Non sembrava difficile. Si trattava solo di resistere alla curiosità. E se poi avesse ceduto a quest’ultima, avrebbe affrontato il nemico. Nel suo arto meccanico schermato conservava, sempre e comunque, la sua affilatissima lama di cui nessuno scopriva mai l’esistenza. Era stata la sua unica risorsa in più di una situazione.
Babylamp si alzò e lentamente si diresse verso la porta.Sembrava ancora in trance. Aprì l’uscio e prima di andar via si voltò.
– Hai deciso di restare? Mancano poche ore al tramonto. Approfittane per riposare. La notte sarà lunga. Mi auguro che tu sia ancora qui domani!
– Sì! Puoi contarci! – Esclamò sorridente. Sarebbe stato attento. Non aveva alcuna intenzione di rimetterci la pelle.
La fila di jeep avanzava lentamente per la strada polverosa. Ora sarebbe andata incontro al tratto più difficile: il deserto di dune.
“Pianeta di merda” pensò Dimitri. Ci sarebbe voluta quasi un’intera giornata per raggiungere la corte di Sandog.
Lalande era prossimo al tramonto e ben presto avrebbero dovuto fare sosta. Non gli piaceva l’idea di pernottare in quel luogo ambiguo, ma non aveva alternative. D’altronde nella sua vita di trafficante aveva visto situazioni ben peggiori.
Era la prima volta che trattava con i mutanti. Gli avevano suggerito di guardarsi le spalle. Erano infidi. Uno dei loro membri, dal momento che avevano superato il confine dal lato di Artemide nord, gli si era accodato senza invito. Sarebbe stato la loro guida, gli aveva detto. Lo aveva sistemato nella vettura di testa, assieme a lui. Per tenerlo d’occhio.
Dimitri proveniva dalla Terra con un carico di armi, alcune nucleari. Ne avrebbe ricavato molto denaro. Dopo questa operazione si sarebbe messo a riposo per un lungo periodo. Se lo meritava. Già pregustava il mare caraibico e si vedeva in barca a praticare pesca d’altura.
Dopo un paio d’ore Lalande cominciò a calare.
– Facciamo sosta. Ci fermiamo! – La sua voce irruppe negli auricolari dei suoi uomini. Erano otto più il mutante. Le quattro auto si fermarono.
Le tende furono prontamente montate e il fuoco acceso. Prepararono qualcosa per cena. Sapevano che l’escursione termica era notevole, ma erano tutti attrezzati con tute antiradiazioni a temperatura variabile che li avrebbero protetti da un’eventuale ipotermia, permettendo loro di superare la fredda notte nel deserto.
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