Chi scrive all'epoca aveva cinque anni e qualche mese; molti dei nostri lettori probabilmente non erano ancora nati. Oggi, abituati come siamo a far fare tutto ai computer, ci sembra quasi incredibile che fosse possibile allora un'impresa del genere. Eppure così è stato, e proprio in questi giorni sono arrivate le prime foto di ciò che dell'Apollo 11 è rimasto sulla Luna: il modulo di discesa del LEM.
Secondo qualcuno, lo sbarco sulla Luna ha rappresentato la fine per la fantascienza. Il sogno del viaggio nello spazio era stato realizzato, ed era, tutto sommato, noioso. Spazi angusti, carburante calcolato alla perfezione, rotte precise, calcoli, calcoli, calcoli, e soprattutto niente aliene in bikini, ma una landa più desolata del più desolato dei deserti terrestri. Secondo altri - Buzz Aldrin in particolare - la fantascienza ha rappresentato la fine dell'astronautica: la gente ha smesso di appassionarsi a quei noiosi viaggi reali che somigliavano così poco alle rutilanti avventure alla Star Wars o alla Star Trek.
Secondo il nostro modestissimo parere, tanto gli appassionati di astronautica quanto quelli di fantascienza sanno distinguere la realtà dalla finzione, e appassionarsi per entrambe le cose. Anche perché, molto spesso, l'appassionato di fantascienza e l'appassionato di astronautica convivono nella stessa persona.
Per festeggiare questo quarantennale abbiamo rispolverato uno speciale che abbiamo pubblicato su Delos numero 48, dieci anni fa. Lo speciale vinse anche il premio Italia l'anno dopo, ed è composto di tre articoli, di Paolo Aresi, Vittorio Curtoni e Vittorio Catani. Buona lettura.
La scoperta della luna
Sono passati trent'anni da quando Tito Stagno traduceva in diretta la storica frase di Neil Armstrong: "un piccolo passo per un uomo..." Da allora la corsa allo spazio è cambiata, è stata ridimensionata ma soprattutto si è trasformata in qualcosa di diverso, così come diversi sono questi ultimi anni del secolo dai sognanti Anni Sessanta che portarono l'Apollo 11 sulla Luna. Paolo Aresi traccia un bilancio.
Leggi...E fu subito Luna...
La conquista della Luna ebbe un enorme impatto su tutti gli appassionati di fantascienza. Ma cosa ne pensavano all'epoca i maggiori scrittori di fantascienza? Vittorio Curtoni ha ripescato queste testimonianze.
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Col cuore sulla Luna
21 luglio 1969, ore 4.57: Neil Armstrong scende la scaletta del modulo lunare e pronuncia la celebre frase: "E' un piccolo passo per un uomo, un passo gigante per l'umanità". Da allora è trascorso un trentennio. Ma veramente era la prima volta che un piede umano calpestava quel suolo? Noi cercheremo qui di dimostrare il contrario. L'uomo sogna di volare lassù da più di 2000 anni; cioè almeno dacché un astronomo greco, Ipparco di Nicea, intorno al 150 a.C. calcolò con strabiliante approssimazione la distanza della Luna. Oggi dunque riteniamo non inutile rammentare qualcuna delle altre migliaia di volte che il bisogno umano di compiere "folli voli" è riuscito a trascendere i limiti del nostro pianeta, e ci ha portati all'ombra di "quei" crateri, su "quei" mari silenziosi, fatti di polveri cadute dal cielo in miliardi di anni.
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