Outlander è un film tutt'altro che perfetto, soprattutto, perché il tema fantascientifico che rappresenta la sua vera novità si mescola in maniera pericolosa con il fantasy e con la saga epica in stile Beowulf di cui la storia vorrebbe essere l'ideale possibile ispirazione e spiegazione.
Detto questo, però, il suo fascino e le sue ambientazioni restano innegabili, al punto da suscitare non pochi rammarici riguardo alla sua storia produttiva.
Forse con un altro regista e, sicuramente, con un'altra produzione alle spalle, Outlander sarebbe potuto diventare qualcosa di più di un costoso B Movie le cui ambizioni non sono esattamente all'altezza del suo orizzonte narrativo.
Il film si apre con un'astronave in avaria che cade sulla Terra e, in particolare, nella Norvegia del settimo secolo. I suoi occupanti, alieni dalle fattezze umane e uno, immediatamente, inizia a dare la caccia a qualcosa che, in seguito, scopriremo essere un mostro proveniente anch'esso da un altro pianeta con cui l'extraterrestre ha dei conti in sospeso.
Avendo velocemente appreso lingua e costumi locali, grazie ad una tecnologia in suo possesso, l'alieno interpretato da l'ex Gesù Jim Caviezel, entra subito in contatto con i Vichinghi che prima lo considerano un nemico, poi, dopo una serie vissitudini, lo eleggono come loro leader nella caccia al drago lanciafiamme.
Spettacolare ed epico, Outlander risulta essere, però, eccesivamente lungo, ripetitivo e deja vu nella sua costruzione. Un film che poteva diventare un classico della fantascienza e che a causa di una sceneggiatura intelligente, ma non ispirata e troppo meccanicistica è ridotto al rango di una pellicola da vedere comunqe senza troppe aspettative.
L'idea dell'alieno caduto sulla Terra le cui gesta ispireranno uno dei più grandi poemi epici della letteratura tardo antica risulta molto buona, ma - purtroppo - la sua esecuzione, più mirata all'azione che all'introspezione e alla capacità analitica, lascia piuttosto a desiderare.
Peccato, perché i presupposti per un buon film c'erano tutti e a noi non resta che accontentarci di una pellicola ancora fascinosa, ma che lascia inevitabilmente l'amaro in bocca per quello che sarebbe potuto diventare con un cineasta davvero in gamba alla guida e con un orizzonte narrativo più ampio del mero pop corn movie.
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