Un rumore secco di vetri infranti. Lunghi rami spinosi si protendono verso di me. Afferro le cesoie che tengo sotto il cuscino e cerco di tagliarli, senza riuscirci. Le spine mi strappano i vestiti, mi lacerano la carne. Un ramo mi afferra per le spalle, un altro mi si stringe attorno al collo. Cerco di urlare, ma dalla mia bocca non esce alcun suono. Il sangue mi scorre lungo la gola. Perdo i sensi.
Quando riapro gli occhi la stanza è vuota, le finestre sono chiuse. Ma il rumore che sento lo conosco bene. Sono in ritardo. E loro lo sanno.
Socchiudo appena le imposte. Il groviglio di rami spinosi si estende come al solito a perdita d'occhio, lasciando intravedere a malapena una striscia di cielo in lontananza. Sono vicini, ormai toccano le finestre. Un ramo si agita come animato da un vento improvviso, e urta con violenza il vetro. Mi volto e mi dirigo verso lo schermo parete.
- Visualizza ultimo file.
Rileggo il finale.
Con un urlo di trionfo il conte sollevò la spada laser, preparandosi a infliggere il colpo mortale. Ma proprio in quel momento, davanti ai suoi occhi annebbiati dall'estasi della vendetta, la figura di fronte a lui, avvolta nella tuta spaziale, si dissolse.
Il conte fece l'atto di voltarsi... ma era troppo tardi. Un raggio dal candore accecante lacerò la tenebra alle sue spalle.
Il conte spalancò gli occhi; sorrideva ancora, come se le labbra non volessero obbedire ai messaggi provenienti dal cervello.
Con un mugolio inarticolato abbassò lo sguardo sul minuscolo foro che gli si era aperto in mezzo al petto, proprio all'altezza del cuore.
Poi, con un tonfo sordo, il suo corpo esanime rovinò a terra.
Una seconda figura in tuta spaziale emerse dalle ombre, portandosi sotto la fioca luce proveniente dal pannello del soffitto.
Si chinò sul conte; la mano avvolta nella fibroplastica sfiorò l'elsa della spada laser ormai spenta, ancora stretta nella mano del cadavere. Le dita sottili si soffermarono per un istante sulle labbra del morto, contorte in quell'assurdo sorriso; poi si avvicinarono alle palpebre spalancate nella consapevolezza della fine. Con un lieve sospiro la figura in tuta spaziale gli chiuse gli occhi.
Proprio in quel momento lo sportello sulla parete di sinistra si aprì con un fruscio. La figura in tuta si voltò di scatto, stringendo ancora in mano il disintegratore. Il volto squadrato del tenente Chiang comparve sulla soglia.
- Comandante Weena...
Weena si sfilò il casco. Il volto dall'ovale perfetto, illuminato dai grandi occhi castani, appariva stanco e segnato, ma tranquillo e deciso.
- È finita, tenente - disse la donna, facendo un breve cenno del capo verso la sagoma scomposta ai suoi piedi.
- No, comandante, non è finita - rispose il tenente, scuotendo la testa. - Molti sostenitori del conte di Venere sono ancora rintanati nella cintura degli asteroidi. Ho appena ricevuto una comunicazione dal Comando della Flotta Stellare. Si stanno riorganizzando. Dobbiamo agire immediatamente.
Con un lieve sospiro il comandante Weena Wee, la stella più brillante della galassia, la trionfatrice di Marte e di Alfa Centauri, rimise il disintegratore nella fondina.
- Andiamo, tenente.
Senza più degnare di uno sguardo il cadavere immobile al centro della stanza seguì con passo fermo il suo primo ufficiale, marciando risoluta verso la nuova avventura che l'attendeva.
FINE
La parola campeggia a qualche riga di distanza, in corpo più grande. Non so come ci sia arrivata. Devo averla pronunciata ad alta voce senza rendermene conto, e il programma di riconoscimento vocale l'ha fatta comparire sullo schermo.
Un nuovo schiocco di rami contro la finestra.
- Cancella «Fine».
- Scrivi: «Prossimamente: I Ribelli degli Asteroidi».
Mi volto verso la finestra. I cespugli sono immobili. - Invio.
Le parole scompaiono dallo schermo. La siepe si ritira lentamente, lasciando libero un buon tratto di terreno attorno alla casa.
Qualche attimo dopo sullo schermo parete compare il volto di Angela. Il solito messaggio registrato.
Cara Laura,
abbiamo appena ricevuto il frutto della tua ultima fatica. Siamo certi che questa nuova avventura di Weena Wee sarà ancora più entusiasmante delle precedenti.
- Vaffanculo.
L'immagine svanisce dallo schermo, la parola no.
- Cancella, imbecille.
Il programma non reagisce a quest'ultimo insulto. È una versione avanzatissima; in teoria è in grado di distinguere le frasi che sto dettando da quelle che rivolgo solo a me stessa. In pratica non è sempre così.
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