Heroes aveva bisogno di un asso nella manica. Dopo la debacle della stagione passata, ritenuta una delusione da molti dei suoi fan, e la conseguente erosione del rating, la speranza si era accesa quando era arrivata la notizia del salvataggio: Bryan Fuller sarebbe tornato a seguire la serie ideata da Tim Kring, il quale peraltro l'aveva già lasciata in mani meno solide di quanto credesse.
Una buona notizia per il cast (sia dietro che davanti alla macchina da presa), che cominciava a sentire puzza di chiusura, anche se era una cattiva notizia per Fuller, perché era libero in virtù del fatto che la ABC aveva cancellato la sua splendida Pushing Daisies.
Per chi non lo conoscesse, Bryan Fuller si è fatto notare negli ultimi anni per tre telefilm tra i più originali e sfortunati mai apparsi in tv: Dead like me, abbandonata dopo quattro episodi per divergenze con l'emittente, Wonderfalls, ingiustamente cancellata dalla Fox dopo pochi episodi e diventata oggetto di culto, e Pushing Daisies, troppo originale per la televisione del ventunesimo secolo.
Già collaboratore per la prima stagione di Heroes (il personaggio di Nikki era una sua invenzione), il suo ritorno nel corso della terza era la mossa giusta per restituire alla serie i toni originali, sfoltendo la moltitudine di sottotrame che avevano appesantito lo svolgimento.
Ora però, così come era salito sul treno, Fuller ne è sceso, già da questa settimana. In un primo momento il sito Ain't it cool news, aveva riportato il rumor di una divergenza creativa con Tim Kring, con abbandono prima dell'inizio dei lavori per la stagione quattro.
Dopo il giro del mondo compiuto dalla notizia, ecco arrivare la precisazione dello stesso Fuller: "Sto scrivendo due nuovi pilot (per la stessa NBC, ndr) ed è un sacco di lavoro. Era troppo difficile saltare tra Heroes e i miei progetti, dovevo fare una scelta".
Quindi, la situazione si è ribaltata: cattive notizie per Heroes, buone notizie per Fuller. Con l'augurio che la sua prossima invenzione possa vedere l'alba almeno della stagione tre, stavolta.
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