Marc Guggenheim, produttore esecutivo della prossima serie made in ABC, ovvero Flash Forward, ha voluto in qualche modo prendere le distanze dalla serie di cui, che lo voglia o no, andrà a prendere il posto, ovvero Lost.
"Noi (Guggenheim, David Goyer e Brannon Braga, n.d.r.) sappiamo esattamente come andrà la stagione uno, molto nel dettaglio. Questo perché, in partenza, abbiamo dovuto pianificare l'intera stagione."
Ma aggiunge che "la prima stagione finisce con i personaggi che raggiungono il loro futuro".
Per cui, dice, non potevano inventarselo al momento. O meglio "potevamo, ma non sarebbe stata un'esperienza soddisfacente per nessuno".
Come forse saprete, la serie prenderà, alla lontana, lo spunto narrativo dal romanzo omonimo di Robert J. Sawyer, ma con molti aggiustamenti: "La serie prende solo lo spunto iniziale dal romanzo: l'umanità che per 2 minuti e 17 secondi compie un balzo in avanti nel tempo, scopre il suo futuro e poi torna indietro, portandosi dietro molte domande spiacevoli".
Ma tutto il resto è diverso: cambiano i personaggi, le circostanze, la natura delle storie. Senza contare che nel romanzo saltano avanti di 21 anni, mentre nella serie sono solo 6 mesi.
L'idea di base è uno spostamento reale nel tempo: i protagonisti vedranno com'è la loro vita il 29 aprile del 2010. Che è anche il giorno in cui andrà in onda l'episodio che chiude la prima stagione. "Per cui, alla fine vedremo come i protagonisti raggiungano o evitino il loro destino, ma anche quale sarà la loro strada nel futuro."
A questo punto dell'intervista, il giornalista esprime la preoccupazione (reale o meno) del pubblico, che teme di vedere l'inizio di un altro enorme arco narrativo, in cui gli autori rialzano sempre la posta in gioco.
Guggenheim risponde che "è un argomento che sentiamo molto e ci tengo a sottolineare due punti: il primo è che abbiamo piantato una bandierina sul 29 aprile 2010, per cui non possiamo spingerci oltre. Il secondo è che ci sono un paio di eventi che potranno trovare la loro soluzione solo alla fine della serie". Per cui, quando l'arco narrativo raggiungerà la sua conclusione, il pubblico potrà dire "allora sapevano davvero dove andavano a parare".
E conclude: "Non vi stiamo solo dicendo che abbiamo un piano, ma anche che ci sono validi motivi per cui non dovete solo fidarvi delle nostre parole".
Sembra un modo complicato per dire che sono preoccupati del paragone con Lost: l'idea è intrigante, l'importante è che venga sviluppata al meglio. Con o senza bandierine.
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