Leggendo e ascoltando le notizie relative alla scomparsa dell’Airbus Air France 447 in volo da Rio De Janeiro a Parigi si ha l’impressione di trovarsi in un episodio di X-Files o di Lost.

Un incubo da cui, nonostante tutto, non riusciamo a svegliarci che ci commuove e ci preoccupa fortemente come esseri umani e come cittadini di un mondo che si trova, forse, per la prima volta senza risposte adeguate all’intelligenza e all’evoluzione tecnica e culturale dell’epoca in cui viviamo.

Decine di esperti chiamati a spiegare quello che può essere successo, infatti, suggeriscono la peraltro fastidiosa idea che Fox Mulder avesse ragione quando diceva alla sua collega Dana Scully ‘Trust No One’, ovvero ‘Non fidarti di nessuno’, nella serie X-Files creata da Chris Carter.

L’enigma rispetto a quello che è accaduto domenica notte è ancora irrisolto e le domande restano tutte aperte e senza risposta.

Essere scettici rispetto alla presenza degli UFO sul nostro pianeta è qualcosa di abbastanza consueto, eppure, a sentire i presunti esperti e investigatori chiamati in causa dai telegiornali di tutto il mondo, la spiegazione di una ‘Alien abudction’ ovvero di un rapimento alieno o di una distorsione spazio temporale che avrebbe proiettato il volo (speriamo intatto) in un’altra dimensione, rimangono spiegazioni, forse, più fantasiose e inattendibili, ma sicuramente più ‘probabili’ rispetto a quello che sentiamo dire in Tv.

Sono molti, infatti, gli elementi che suggeriscono l’idea di una sorta di “Conspiracy theory”, ovvero di una ‘teoria del complotto’ messo in atto da qualcuno per nascondere qualcosa che non è dato sapere, ma che, forse, non è così impossibile provare ad immaginare.

Da un lato, il fatto che nonostante sia quasi una settimana che l’aereo è scomparso dai radar (senza lanciare un mayday, ovvero una distress call, una richiesta di aiuto) tutti in molti si affannano a dare spiegazioni sinceramente poco plausibili senza un riscontro oggettivo.

Dall'altro il Brasile esclude l’esplosione in volo dovuta a una bomba. Il governo brasiliano, lo stesso che peraltro ha pensato che detriti di legno potessero fare parte della dotazione di bordo di un aereo costruito nel ventunesimo secolo, ha immediatamente affermato che era impossibile si trattasse di una bomba.

Su che basi non si sa, ma il perché, invece, è facile intuirlo: una possibile ripercussione sul turismo nel paese latino americano sarebbe, infatti, immediata, così come un’inchiesta sulla sicurezza dello scalo di Rio De Janeiro da dove l’aereo è decollato.

Ma andiamo con ordine: lunedì sera e per tutto martedì abbiamo sentito parlare di una tempesta di fulmini come causa principale del presunto disastro.

Il 95% dei piloti interpellati ha, però, detto che è normale essere colpiti dai fulmini mentre si vola e che questo non dovrebbe creare particolari danni a un aereo modernissimo e supersicuro al punto da avere tre impianti elettrici indipendenti.

Poi si è parlato di ‘cedimento strutturale’ dovuto al maltempo e a correnti ascensionali fortissime. Sta di fatto, però, che almeno altri sei aerei hanno attraversato le medesime condizioni atmosferiche e nessuno ha riportato danni più o meno gravi o segnalato particolari problemi.

Adesso, come capita sempre negli incidenti di cui non c’è spiegazione, si dà la colpa al pur espertissimo pilota che avrebbe affrontato la tempesta a massima velocità a causa della mancanza di un presunto nuovo sensore il cui acquisto era stato 'raccomandato' da Airbus..

Anche qui non ci sono basi per questa affermazione, perché nessuno sa cosa è accaduto sull’aereo nelle ore precedenti alla sua sparizione.

Nel frattempo i Francesi hanno fatto partire un sommergibile nucleare con un sonar molto sensibile per ritrovare la scatola nera. Peccato che oltre alla scatola nera, manchi tutto il resto dell’aereo e che, in un certo senso, è come se ci si apprestasse a fare una sorta di autopsia senza, malauguratamente, avere alcun cadavere a disposizione.

Sono moltissimi gli elementi che non tornano e questo non solo in nome del buon senso, ma anche perché noi Italiani conviviamo ancora oggi con lo spettro di quel mistero tragico di Ustica per cui non sono stati ancora rinviati a giudizio i veri responsabili.

Il presunto cover up della nostra aereonautica, come spesso capita in Italia, abbastanza maldestro e plateale ha, in ogni caso, innescato una serie di indagini giornalistiche per cui la tesi più accreditata a spiegare lo scenario di guerra sul Mediterraneo nella notte di giugno di quasi trenta anni fa, riguarda il possibile abbattimento del DC 9 Itavia da parte di un caccia Mirage francese partito per colpire in volo, invece, l’aereo dove volava il colonnello Gheddafi. Con il caso del AF 447 ci sono una serie di analogie: da un lato l’immediato spegnersi di tutte le comunicazioni dall’aereo verso la base (una situazione notata anche dal giudice del caso Ustica, Rosario Priore), dall’altro l’assenza dello sguardo dei radar.

Tra Brasile e Senegal, dove – sorpresa, sorpresa – l’esercito francese ha una sua base, i radar sono del tutto assenti. D'altronde la Guiana francese è una base militare per esperimenti aerospaziali e, forse, test nucleari.

Va notato che anche per Ustica si era parlato immediatamente di ‘cedimento strutturale’…

Cosa è successo la notte di domenica scorsa, purtroppo, forse, davvero nessuno lo sa, ma ci sono una serie di domande aperte: è possibile che un aereo grande un palazzo di diversi piani, scompaia in mare senza lasciare alcuna traccia?

Qualsiasi cosa sia accaduta è immaginabile che i piloti non abbiamo avuto il tempo di lanciare un messaggio di SOS?

E, ancora, come può succedere che le tante navi presenti nella zona poche ore dopo il disastro, gli aerei radar e perfino i satelliti del Pentagono non riescano a trovare nulla?

Ieri, finalmente, l'esercito brasiliano ha annunciato, senza particolare entusiasmo, di avere ripescato due corpi di uomini, con due valigie in mezzo a 'qualche' detrito. Sarà, finalmente, la prova che tutti, purtroppo attendiamo?

Un Ministro brasiliano, alcuni giorni fa, con un tatto che rende perfino le tragicomiche vicende italiane più eleganti e meno trucide, ha insistito sul fatto che i corpi dei passeggeri potrebbero essere stati mangiati dagli squali!!! Per quello che ne sappiamo, squali dotati di apriscatole visto che dell’aereo in quel momento non vi era alcuna traccia, così come ancora adesso non è chiaro se l'aereo abbia avuto un impatto sull’Oceano o sia ammarato in tempesta.

Affermazioni semplicemente vergognose: perfino delle sporcizie di pescherecci sono state scambiate per il kerosene fuoriuscito dal presunto relitto di un aereo su cui non funzionava nulla.

Nemmeno le luci di posizione in acqua!

Ora, ci troviamo davanti a tre ipotesi: o è successo qualcosa che scopriremo nelle prossime ore in tutto il suo orrore, o è accaduto qualcos’altro che risulta inspiegabile per leggi della fisica così come la conosciamo oggi.

Oppure ancora, tesi per cui è più facile propendere, di questi tempi, c’è forse un complotto per nascondere quello che è realmente accaduto?

Sappiamo come tutte le compagnie coinvolte in disastri risentono di questi al punto di fallire, ebbene Airbus è una delle società francesi più importanti. È possibile che il governo voglia proteggere determinati interessi? È presumibile che ci sia qualcosa che il mondo non debba sapere?

È bene sottolinearlo: si tratta di mere illazioni tanto infondate quanto, però, le spiegazioni che ci vengono ammannite da media che, per una ragione o per l’altra, stanno facendo scivolare sempre più in basso la notizia della scomparsa di questo volo aereo, dei suoi passeggeri e del suo equipaggio. Idee che, forse, non vanno prese alla lettera, ma il cui intento è quello di ricondurre il dibattito ad una discussione seria:

Una società mobile come la nostra, dove prendere l’aereo è un qualcosa di continuo e necessario, non può accettare né mancanza di chiarezza, né tantomeno il pressapochismo di chi fa informazione senza porre domande concrete.

Le famiglie vogliono risposte così come le vogliamo tutti quanti ci domandiamo come sia possibile, nel ventunesimo secolo, sparire senza lasciare una traccia di alcun genere.

La verità è ancora ‘là fuori’ e noi abbiamo bisogno di conoscerla senza storture e senza le cialtronaggini che ascoltiamo dire per rassicurare la gente che si sta facendo qualcosa, anche se questo qualcosa corrisponde, loro malgrado, veramente al nulla.

Quindi?

Che cosa ne è dei passeggeri dell’AF 447, delle loro vite, dei loro affetti, delle loro storie, delle cose che avevano da fare? Dove sono finiti e dove sono i rottami di un aereo che sembra scomparso nel nulla?

Cosa è successo?

Il tempo delle ipotesi è finito, bisogna avere delle risposte, perché ci troviamo, altrimenti, di fronte a qualcosa di ancora più spaventoso di una morte senza spiegazione: la minaccia che un evento del genere possa ripetersi, qualsiasi cosa essa sia…

La maniera migliore per onorare la memoria di tutte le persone coinvolte in questo disastro è quella di conoscere la verità. Qualsiasi essa sia, senza coperture di alcun genere…

È vero, noi non abbiamo risposte, ma se c’è qualcosa che il cinema e la televisione ci hanno insegnato è quella di potere porre delle domande che mettano in luce quelle che non sono altro se non evidenti bugie, delle palesi e grossolane inesattezze.

Più queste persone parlano proponendoci ipotesi rocambolesche e inverosimili, più ci sembra che sul divano di casa nostra ci sia seduto anche Fox Moulder e ci mormori ancora una volta all'orecchio: “Trust no one!”