Terminator Salvation è uscito negli USA il 21 maggio, mentre gli appassionati del nostro paese dovranno attendere ancora qualche giorno, fino al 5 giugno, per gustare la quarta avventura della saga, la prima senza la maschera dura e arcigna del governatore Arnold Schwarzenegger. D'oltreoceano arrivano pertanto già le prime recensioni, che complessivamente non bocciano il film, ma ne evidenziano parecchi punti deboli.
Comincia The Hollywood Reporter, sito specializzato in tutto ciò che succede nella mecca del cinema e dintorni; nell'insieme il film viene giudicato discretamente buono, soprattutto per quanto riguarda gli effetti speciali (tra l'altro il film è dedicato alla memoria di Stan Winston, creatore degli effetti del primo Terminator). Invece è giudicata insufficiente la parte recitata; pur salvando le interpretazioni di Christian Bale e Sam Worthington, la sceneggiatura viene giudicata troppo piatta e convenzionale, ingabbiando gli attori in stereotipi dai quali non riescono a staccarsi.
Stessa solfa per il New York Times che loda gli effetti speciali digitali, a cui viene aggiunto quel tocco di "ruvidezza" per renderli ancora più credibili, nonché il ritmo sostenuto senza cadute di stile. Sci Fi Movie Page non è affatto tenero con il film: lo considera addirittura un ulteriore passo indietro nello sviluppo della saga, dopo il già non convincente terzo capitolo. Secondo il sito, il regista McG, nell'intento di dare una nuova direzione alla serie, ha fatto un pasticcio, tanto che i momenti migliori sarebbero quelli che fanno riferimento ai precedenti episodi, e che mettono un po' di chiarezza nella trama, condita da dialoghi non propriamente brillanti. Inoltre il ruolo di Connor/Bale sarebbe sacrificato a favore di quello di Wright/Worthington.
Il Los Angeles Times parla di "qualcosa dello spirito della saga che si è perso". Anche qui in evidenza gli effetti speciali e il ritmo di uno script che non assiste a sufficienza gli attori, primo fra tutti Bale che soccombe al cospetto di Worthington. E la critica non è a Bale, considerato uno dei migliori attori della sua generazione, ma alla sceneggiatura che, pur con spunti convincenti, non consente allo splendido nuovo interprete di Batman di esprimere la sofferenza e il dubbio interiore che sono il pezzo forte della sua capacità recitativa.
Anche il Chicago SunTimes continua nella stessa direzione, condivisa da diverse altre recensioni: comparto tecnico di prim'ordine, trama e interpretazione così così. Alla fine tutti o quasi rimpiangono l'assenza del vecchio Schwarzy (in realtà presente in un minuscolo cameo "digitale"). Come dire, anche nel futuro non è stato inventato niente di meglio del classico: "Hasta la vista, baby".
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