Puoi farci qualche anticipazione sul seguito di ClipArt? Sappiamo solo che si intitola Beginning.
Se hai letto qualcuno dei racconti brevi della Kranio Enterprises dovresti aver capito che sono una scrittrice seriale. Dopo aver terminato ClipArt, i suoi personaggi hanno continuato a vivere nella mia immaginazione e mi chiedevano nuove avventure. Molti lettori, inoltre, volevamo sapere se Alexandra si sarebbe mai vendicata con David Xander. In questo modo è nato Beginning: è un romanzo più strutturato, molto più lungo del suo predecessore, e inizia pochi giorni dopo la missione di Alexandra nel deserto radioattivo. Ci sono stati numerosi tentativi falliti di uccidere David Xander, e il nostro milionario preferito ha deciso di assumere un Security Manager professionista, un ex-leader di una squadra antiterrorismo. La squadra di agenti della sicurezza della Xander investiga nel mondo reale e in quello virtuale per impedire all’assassino di portare a termine la sua missione, ma tutte le contromisure falliscono: David è vittima di un terribile attentato e la sua vita è appesa a un filo. C’e molta azione, sangue, sparatorie e momenti di suspence, ma anche la consueta vena leggera che i lettori hanno trovato in ClipArt. Alexandra sarà costretta a rivedere le sue priorità secondo parametri che non avrebbe mai potuto immaginare, RUE rischierà la vita e ne troverà una nuova e David... beh, non vogliamo fare spoiler, quindi mi fermo qui.
Molti tuoi lavori sono pubblicati su Internet. Pensi che la rete possa essere il futuro per la pubblicazione della narrativa?
Pubblicare libri è un business, scriverli è una forma d’arte. Molto poco di ciò che viene scritto viene mai pubblicato in libreria, attraverso i canali tradizionali, per ragioni molto varie. Per gli editori, il libro è un prodotto, e ovviamente selezionano per la pubblicazione quell che hanno maggiori probabilità di vendere un gran numero di copie. Raramente li scelgono a caso: si affidano agli agenti letterari, e un agente di un certo livello di solito non accetta di rappresentare un autore che non sia già noto e pubblicato. D’altro canto, scrivere è qualcosa che viene da dentro: mentre alcuni autori sono capaci di piegare la propria creatività per produrre un’opera vendibile, altri invece scrivono semplicemente seguendo il proprio cuore e l’ispirazione. Questi ultimi possono non trovare occasione di essere pubblicati, e in questo caso Internet è un ottimo canale per promuovere la propria ora. Ma secondo me può essere efficace solo quando si ha già un certo seguito come autore. Altrimenti, il tuo lavoro si perderà nel mare di storie non pubblicate, spesso amatoriali, di cui Internet è piena. E in entrambi i casi, le possibilità di essere notati e pubblicati in libreria da un editore tradizionale sono molto scarse, al limite del nulla. Potremmo anche parlare di ebook, ma questo è un modo completamente diverso di intendere l’editoria, molto legata alla diffusione della nuova generazione dei display portatili di lettura. Quindi se mi stai chiedendo se gli ebook rimpiazzeranno mai l’editoria tradizionale, non so proprio cosa risponderti.
Oltre ad essere una scrittrice sei anche una traduttrice. Tra gli autori che hai tradotto ci sono anche Neil Gaiman, Ian Watson e Robert Sheckley. Il tradurre influenza anche il tuo processo creativo come scrittrice?
Il mio lavoro di traduttore mi permette di tenere in allenamento I muscoli dello scrittore anche quando non sto lavorando a qualcosa di mio. E mi piace molto l’idea di portare le storie incredibili che traduco ai lettori italiani, cercando nello stesso tempo di restare fedele allo spirito e allo stile particolare di ciascun autore con cui mi capita di cimentarmi. Ho tradotto un discreto numero di racconti brevi e alcuni romanzi, ma trovo i primi assai più godibili: ciascun autore mi regala qualcosa di nuovo e diverso. Ma non la voglio chiamare ispirazione. Mi piace immaginare e costruire le mie storie e i personaggi: una volta che una storia è stata raccontata da un autore, quel tema perde ogni tipo di interesse per me. Già letto, già sentito. E più leggo e traduco, più mi rendo conto di quanto sia difficile trovare una storia veramente originale da raccontare.
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