Poco più di una settimana fa il regista Gore Verbinski aveva salutato ufficialmente la saga di Pirati dei Caraibi, annunciando che non avrebbe diretto il quarto capitolo. Fondamentalmente a causa delle date concomitanti, Verbinski ha preferito dirigere il film tratto dal videogame Bioshock, le cui atmosfere ben si adattano al suo stile surreale.

Appena sette giorni dopo, la Universal ha deciso di fermare la produzione. Il motivo? Per ricreare adeguatamente la decadente città subacquea di Rapture, il costo previsto era di 160 milioni di dollari. Se anche voi ci avete fatto un giro, potete immaginare anche perché possa essere così caro ricrearla. Enorme, in rovina, semiallagata, con un stile tra il barocco e il gotico, la città di Rapture non può essere ricostruita con un budget esiguo, almeno che non si voglia fare alla Zack Snider, ovvero attori su fondo verde per tutto il tempo, una scelta che alla lunga sa di posticcio e che non renderebbe giustizia al videogame.

Ma Verbinski è determinato a far sì che Bioshock non diventi il nuovo Halo, ovvero il superfilm dal supervideogame, che non ha mai visto la luce. Motivo per cui sta facendo sopralluoghi in quel di Londra, dove spera di poter risparmiare sui costi previsti.

Una curiosità: per il ruolo del protagonista si era parlato di Wentworth Miller, ormai definitivamente fuggito da Prison Break.

Così, mentre fervono i preparativi per il videogioco Bioshock 2 (ambientato 10 anni dopo il primo episodio, si presenta davvero molto bene) nel frattempo tutto si è fermato per la trasposizione cinematografica del primo capitolo, per cui aspettate a fare i bagagli: il viaggio per Rapture è rimandato.