Stefano sollevò la macchina fotografica e riprese il tabellone, poi si diresse verso il bar. — Vuoi qualcosa? Magari un caffè? — Volentieri.Un ragazzo sui vent’anni era appoggiato al bancone con aria annoiata, mentre una donna anziana aspettava alla cassa con l’espressione nervosa di un avvoltoio.— Due caffè, grazie — disse Stefano mettendo nel piattino portamonete cinque monete da un euro.— Ne bastano due. Un caffè costa un euro — disse la cassiera come se stesse parlando a un bambino ritardato.Stefano contenne lo stupore e riprese tre monete, segnandosi mentalmente la cosa. Poteva essere un dato interessante da confrontare con altri.

— Grazie. Ascolti, saprebbe indicarci un buon albergo in paese?

Lo sguardo della vecchia corse alle loro mani prive di fedi nuziali e si riempì di malcelata disapprovazione.

— C’è il Nazionale oppure l’Astor in piazza del mercato. Però si mangia meglio al Nazionale. A meno che non vi servano le cure termali.

— Per il momento no.

— Lo supponevo.

Colette sorrise imbarazzata, mentre si spostavano verso il bancone per i due caffè. Prima di andare via comprarono anche Il Corriere, senza notare però nessun particolare degno di nota.

Andarono a guardare i due binari. Sulla banchina c’erano solo quattro passeggeri in attesa di salire sul treno che veniva da Alessandria. Mancavano circa quindici minuti al sua arrivo e andarono a sedersi su di una panchina un poco in disparte.

— Stento ancora a capacitarmi come tutto questo possa mutare — disse Colette.

— Se non avessimo dati schermati a livello quantistico non lo sapremmo neppure noi. Il fallout di apparizione impiega da qualche giorno a qualche settimana a seconda della conformazione geografica e dalle dimensioni del paese. All’inizio ci sono solo le strade principali e si notano ancora degli elementi di separazione, ma poi tutto si amalgama e non abbiamo più soluzione di continuità, compaiono strade secondarie, la conformazione delle primarie si adegua alla zona, spariscono le contraddizioni. Gli orari di passaggio dei treni muteranno e con loro il tabellone degli orari. Vedrai che fra una settimana il caffè costerà  come da noi.

— Come se ci fosse una regia.

— Ma c’è? — Stefano alzò le spalle, poi riprese la macchina fotografica in mano. —Vorrei farti qualche foto, se non ti spiace — In realtà voleva farle alla stazione e alla linea.

Colette si mise in posa in modo da avere l’edificio alla spalle. — Che ci sia oppure no, le cose si trasformano.

— Vero. In parte si adeguano al mondo e in parte fanno adeguare il mondo.

— Bisognerebbe mettere delle telecamere fisse a riprendere i cambiamenti — Colette si spostò appoggiandosi al cartello Stazione di Merzate.