Allungò il passo per fare più in fretta possibile e raggiunse il Museo. Gli altri non avrebbero tardato ad accorgersi della sua scomparsa e quello era uno dei primi luoghi in cui cercare. Pagò di nuovo cinque euro all’ingresso, ignorando la faccia perplessa del custode, e iniziò a cercare Valeria nelle sale. Se non stava ancora sistemando qualcosa, avrebbe dovuto cercare gli uffici, ma fu fortunato perché era ancora intenta a lavorare tra le vetrine.— Ancora lei? — disse Valeria.— Devo parlarle e subito.— A che proposito?— È importante, ma dobbiamo andare via da qui.

Lei si accigliò.

 — Sto iniziando a pensare che lei non sia del tutto a posto. Se ha qualcosa da dirmi, parli qui oppure vada via.

Stefano si guardò intorno. Non era neppure lui sicuro di cosa stava facendo. Far saltare la sua copertura, parlando agli abitanti di una città appena apparsa, era una delle cose espressamente proibite dalla Contro Cronologia Apparente, però era anche vero che quella non era una situazione normale, soprattutto per lui. Non si era mai saputo che la squadra di una qualunque delle agenzie avesse trovato qualcuno che già esisteva nel mondo già reale, almeno considerando le ricerche, insufficienti, che era possibile fare. Era un elemento nuovo, che però lo coinvolgeva direttamente.

— Qui non è sicuro. Andiamo da un’altra parte, pubblico, non è questo il problema, ma andiamocene.

Valeria fece un passo indietro. I suoi gesti erano del tutto simili a quelli della Valeria che conosceva.

— Devo mettermi a urlare?

— No, no. Non so come spiegarmi. Come faccio…

In quel momento Stefano vide i due turisti entrare nella sala e dirigersi verso di loro con decisione. Anche Valeria se ne accorse e per un attimo sembrò sollevata. Poi vide che avevano estratto delle pistole.

— Andiamo via da qui e in fretta — disse l’uomo con un accento dell’Europa dell’est. Stefano si sentì stupido; aveva passato tutto il tempo della missione con la testa altrove, desiderando di non essere lì, impedendosi di vedere la realtà.

Scesero le scale e uscirono da una porta di emergenza più recente del muro in cui si trovava ritrovandosi in un cortile dove erano stati abbandonati nell’erba capitelli romani, pietre miliari e sepolcri di pietra con vecchie incisioni in latino. Stefano si domandò se fossero stati usati per qualcuno che, invece, era rimasto vivo più a lungo nella loro Terra.

I russi fecero cenno di dirigersi verso il portone socchiuso del passo carraio.

— Pensate di portarci via? Le nostre agenzie sono amiche, collaborano tra loro. Tutte le agenzie della CCA collaborano tra loro.

— Fai silenzio — rispose la donna.

— State violando almeno quattro articolo del regolamento sottoscritto da tutti. Non ha senso quello che cercate di fare.

— Più di quanto tu creda, Danelli.