— Mi risparmi la lezione di storia Berni, so tutto della Società Londinese di Avvistamento delle Città e dei suoi gentlemen con la bombetta. Sono un osservatore dei servizi segreti militari che hanno in carico la vostra supervisione, non un funzionario governativo qualsiasi. Resto comunque in attesa di una risposta da parte vostra, Danelli.Stefano sollevò lo sguardo. — Capisco le vostre esigenze, non le approvo, ma le capisco. Vorreste le prove che si tratta di qualcosa di nemico, di ostile, per poter assumere il comando. Come hanno fatto, in pratica, i russi…— I russi non sanno cosa fare.— Avete detto che i russi spingono addirittura per bombardare le città apparse appena possibile, forse nella speranza che termini il fenomeno. Sono sicuro che non è certo uno sviluppo che vi andrebbe a genio.— Come potremmo esserne contenti? Non ci faccia sembrare militari da telefilm, sempre tutti pronti a guidare i carri armati in battaglia con il busto fuori dal portello. Lo scontro armato è l’ultima risorsa, quella da cui non si torna indietro facilmente. Non abbiamo idea di quali sono le potenzialità dell’avversario.

— Se esiste un avversario.

Lorieri sorrise. — Si sta ripetendo, Danelli. Ma provi a riflettere su questo: i russi stanno perdendo la testa e il conto delle città che appaiono nelle loro steppe, ma soprattutto non possono più gestire le città che spuntano in Cecenia e nelle altre loro zone calde. Da un istante all’altro gli spunta tra i piedi una nuova città, già schierata contro di loro e ampiamente fornita di gente pronta a farsi esplodere nel centro di Mosca. Temono di non poterne venire più fuori. Sono ormai quasi quarant’anni che hanno questo problema; si può capire che diventino isterici ogni volta che ci pensano.

— Ma allora… — Stefano si interruppe perché il cameriere stava arrivando con il piatto dell’arrosto. Avevano sempre tenuto un tono di voce basso, ma non era il caso di farsi sentire in maniera così aperta. Attesero di essere serviti, scambiando qualche battuta sul tempo e sulla luce più adatta per le riprese.

— Sono anche dell’idea che gli operativi dovrebbero essere più rigorosi. Nulla di personale, ma sembrate più degli scienziati in gita che i membri di una struttura segreta — Lorieri alzò le spalle.

 — Ma noi siamo degli scienziati e dei tecnici. Stiamo cercando di capire che cosa succede a livello fisico.

— Ma non ci siete ancora riusciti, né voi, né gli inglesi, né i tedeschi. I cinesi non hanno neppure una sezione, tanto è rigido mentalmente il loro regime e i giapponesi hanno più risorse impiegate per respingere Godzilla. I francesi non ci sono praticamente più… — Colette non poté fare a meno di irrigidirsi —… e gli americani sono ancora troppo incasinati dopo che hanno scoperto che Atlanta non è così vecchia come credevano tutti; Coca Cola compresa.

— Sta facendo un comizio, Lorieri — lo interruppe Davide.

— Sto dicendo le cose come stanno. Che ci piaccia oppure no. Se i russi iniziano a bombardare le loro città cosa pensate che faranno le altre nazioni? L’opinione pubblica internazionale si solleverà contro di loro. Quanta gente sa o si può convincere che quelle città non esistevano fino alla settimana prima? Quanti politici lo sanno? Ho bisogno delle prove che si tratta di un’invasione o come minimo di un’aggressione.

— In modo da convincere tutti che è necessario eliminare le città?

— Oppure in modo da prendere in mano le agenzie occidentali e avere più peso diplomatico con i russi. Con noi come interlocutori saranno meno disposti ad assumersi i rischi delle loro azioni e continueranno ad aspettare o accetteranno un comando comune. Più equilibrato.