Il 13 maggio 2005 sul canale televisivo americano UPN andava in onda l’ultimo episodio della quarta stagione di Star Trek: Enterprise. Nonostante le precedenti serie di Star Trek avessero imposto uno standard di conclusione della storia alla settima stagione, la casa di produzione Paramount fu costretta a chiudere i battenti anzitempo a causa dei bassissimi ascolti della serie (l’ultimo episodio guadagnò un misero 3% di share). Dopo il fallimento in termini di incassi del decimo film, Nemesis, nel 2002, e la conseguente decisione di sospendere tutti i progetti per nuovi episodi della serie cinematografica, la chiusura di Enterprise sancì per molti la fine dell’epoca Star Trek, iniziata nel lontano 1966.
A non darsi per vinto era stato Rick Berman, che dopo la morte di Gene Roddenberry aveva preso in mano le redini dell’universo trek: già nell’aprile 2004 Berman aveva dichiarato di star lavorando a un undicesimo film della serie, un prequel come già lo era stata la serie televisiva Enterprise. Tra le idee, anzi, c’era proprio quella di utilizzare lo stesso equipaggio dell’ultima serie, comandato dal capitano Archer (Scott Bakula), per trasferire sul grande schermo lo spettacolo televisivo, possibilmente rilanciandolo. Ma la Paramount non ne volle sapere. Anzi, pochi mesi dopo il braccio destro di Berman, Brannon Braga, co-produttore esecutivo della serie, si dimetteva dall’incarico tornando al precedente ruolo di sceneggiatore, e venendo sostituito da Manny Coto, che aveva firmato alcune buone puntate della terza stagione di Enterprise. A chiarire che ormai Berman e Braga non godevano più della fiducia dei vertici, la Paramount stracciò il loro progetto per Star Trek XI, decidendo inoltre per la chiusura di Enterprise.
A dichiararsi interessato a una ‘rinascita’ di Star Trek si era fatto avanti nel 2005 Michael Stazcynski, l’apprezzato creatore di Babylon Five. La sua proposta per una nuova serie era stata bocciata dalla Paramount, ma Stazcynski non si era dato per vinto e aveva chiesto ai fan di Star Trek di far pressione sui vertici per affidargli le redini del progetto.
Imperterriti, Braga e Berman puntavano intanto sul film, giungendo a scritturare anche un autore per la sceneggiatura, Erik Jandersen (Band of Brothers), per quello che cominciava a chiamarsi Star Trek XI: The Beginning. L’ambientazione era stata spostata al XXII° secolo, quindi poco prima dell’inizio della Serie Originale di Kirk e Co. Ma a sorpresa, il 21 aprile 2006, la Paramount estraeva il proverbiale asso dalla manica: J.J. Abrams, sull’onda del successo internazionale come autore delle serie cult Lost e Alias e regista di Mission: Impossible 3 all’epoca prossimo ad uscire, fu annunciato come la nuova scelta per produrre e dirigere l’undicesimo film di Star Trek. Non solo veniva così ufficializzato il progetto, comunque azzardato a solo un anno dal fiasco di Enterprise, di rilancio del brand; ma venivano definitivamente estromessi da tutti gli aspetti i veterani Berman e Braga: anche la sceneggiatura, infatti, veniva ceduta ad Abrams che non tardò a girarla ad Alex Kutzman e Roberto Orci, a lungo suoi collaboratori agli script (e il secondo, vecchio fan della serie). Inoltre, il soggetto era già stato scelto e, almeno questo, andava incontro ai desideri dei vecchi creatori di Star Trek: un prequel ambientato prima della Serie Originale, ma che avrebbe avuto come protagonisti proprio Kirk e Spock, ovviamente da giovani. Un’idea che per primo aveva accarezzato Gene Roddenberry quando si cominciò a parlare, nei lontani anni Settanta, di un film di Star Trek. E che ora iniziava a divenire realtà.
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