Anche sotto l’aspetto della spettacolarità dei combattimenti (in cui si insiste fin troppo sul “rallenty” e su inquadrature dei personaggi colpiti da un pugno o un calcio) e dell’entrata in scena finale del dio Drago (creata in modo pessimo con la computer grafica), il film delude notevolmente mostrando uno scontro finale tra Goku e Piccolo eccessivamente breve per i normali canoni di un film d’azione americano. Non manca nemmeno la caduta nello stereotipo (divenuto ormai insopportabile) tipico di tanti film horror USA, mostrando un “secondo” finale (dopo alcuni minuti dall’inizio dei titoli di coda) in cui Piccolo viene mostrato ancora in vita, lasciando aperte le porte per un sequel. Più in basso di così è dunque difficile scendere, se non davvero con un sequel già preventivato dalla Fox se gli incassi del film soddisferanno le sue aspettative. Nell’attesa di sapere cosa accadrà, si preferisce invitare i lettori che ancora non conoscessero il vero inizio delle avventure di Goku, alla visione delle pellicole animate nipponiche Dragon Ball – La leggenda delle 7 sfere (1986) o Dragon Ball – Il cammino dell’eroe (1996) che riassumono in modo ben più efficace, divertente e vicino alle idee di Toryama, l’inizio della saga di Dragon Ball.