Kings è una serie in onda per la NBC che racconta la storia biblica di Re David in una chiave ucronica, nella quale l’antico regno d’Israele di Re Saul si specchia in una sorta di Stati Uniti d’America alternativi e vagamente contemporanei a quelli attuali. Così troviamo che tutti i protagonisti biblici hanno una loro ucronica corrispondenza, come ad esempio Re Saul con Re Silas Benjamin, Davide in David Shepherd, Hinoam nella Regina Rose Benjamin e addirittura il profeta Samuele con il Reverendo Ephram Samuels, e via dicendo.
La storia ha inizio con l’inaugurazione della grande capitale di Shiloh (New York), un vero e proprio monumento alla potenza di Re Silas dopo che, circa due decadi prima, era riuscito a riunificare sotto la sua corona la nazione di Gilboa a seguito di una sanguinosa guerra.
Le tensioni però al confine settentrionale con l’ostile nazione di Gath continuano in una sorta di logorante guerra di trincea ed è poroprio in questo contesto che emerge il giovane David Shepherd che in un atto di estremo eroismo riesce con le sole proprie forze a distruggere uno dei temutissimi carri armati nemici, chiamati Goliath. Di lì comincia l’irrefrenabile ascesa politica di David che lo porterà all’interno dei meccanismi di palazzo e di potere.
Il cast chiamato a rappresentare questi biblici protagonisti non è formato da nomi particolarmente altisonanti, ma da attori di genuino talento. Vero mattatore della serie è Ian McShane, molto conosciuto per la sua straordinaria interpretazione di Al Swearengen in Deadwood e per la pluriennale presenza come protagonista del serial della BBC Lovejoy, che in Kings interpreta il ruolo di Re Silas Benjamin rivelandosi un talento di prima grandezza.
I paragoni con Edward J. Olmos sembrano quasi scontati considerata la straordinaria affinità recitativa, l’impostazione della voce, la ruvidezza del volto. Ma anche il resto del cast è quasi sempre in parte, a cominciare dal protagonista David impersonato da Christopher Egan (Eragon), che nonostante l’apparenza efebica riesce a dare forza, spessore e credibilità a quello che è un ruolo apparentemente monodimensionale.
Troviamo poi una vecchia conoscenza degli amanti di Star Trek, tale Susannah Thompson, che passa dal famoso ruolo di regina Borg a quello della fredda, glaciale, e talvolta frivola, regina Rose Benjamin. Anche il profeta Samuele nella sua controparte di Reverendo Ephram Samuels trova un ottimo interprete in Eammon Walker, che molti ricorderanno per la sua interpretazione di Kareem Said in Oz.
Al timone dell’intero progetto e creatore della serie e sceneggiatore c'è Michael Green, che ha un passato importante di produttore e sceneggiatore di serial di grande rilevanza come Heroes, Smallville ed Everwood ed è in procinto di sbarcare al cinema con il film su Green Lantern.
Kings è certamente sotto il profilo qualitativo la più bella sorpresa di questa stagione televisiva almeno fino a questo momento, nonostante i risultati non particolarmente eclatanti sotto il profilo dell’audience. Finalmente ci troviamo di fronte a una serie la cui vera spettacolarità è legata alla complessità e maturità dei dialoghi e all’interpretazione di questi, un’impostazione decisamente teatrale che ormai è divenuta quasi una rarità nel panorama televisivo americano sempre più orientato verso l’azione fine a se stessa o a prodotti formalmente ineccepibili ma privi di contenuti. Alcuni passaggi sono assolutamente magistrali e possono avere un paragone recente solo nella profondità narrativa di un Battlestar Galactica.
Ma anche la regia e la fotografia sono sobrie ed eleganti, e ci offrono una rappresentazione incisiva sia della vita del fronte che di quella di corte.
Ed è proprio a corte, dove gli intrighi si intersecano disegnando trame affascinanti, che risiede il vero punto di forza della serie, sempre in bilico tra mistica predestinazione e shakespeariano intreccio politico.
Un vero stimolo a immergersi nella visione.
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