In principio fu Metal Hurlant.
All'inizio degli anni '70 un gruppo di fumettari francesi si convinse che si poteva realizzare fumetti in modo diverso da come era stato fatto fino a quel momento. Uno di questi si chiamava Jean Giraud, l'affermato disegnatore del fumetto western Blueberry. A condividere la sua idea furono tre amici: il fumettista Philippe Druillet, ideatore delle avventure fantascientifiche del personaggio Lone Sloane, lo scrittore e giornalista Jean-Pierre Dionnet e il direttore finanziaro Bernard Farkas.I quattro, denominatisi “Les Humanoïdes Associés”, diedero alla stampe la rivista Métal Hurlant. E il mondo del fumetto non fu più lo stesso. La rivista, che usciva con cadenza trimestrale, nelle sue 68 pagine, di cui 18 a colori, presentava le creazioni di Moebius (lo pseudonimo di Jean Giraud) e Druillet ovvero i noti personaggi di Arzach, Gail e Lone Sloane. Più avanti pubblicò altri artisti come Alejandro Jodorowsky, Enki Bilal, Caza, Alain Voss, Berni Wrightson, Milo Manara, Frank Margerin e anche collaborazioni con autori di fumetti statunitensi come Richard Corben.Oltre a fumetti, la rivista ospitava anche articoli su libri e film di fantascienza, musica e poi anche videogiochi. Gli autori pubblicati avevano il completo controllo delle proprie opere, senza una linea editoriale che li limitasse nella creatività. Pertanto la rivista si caratterizzò per fumetti dal contenuto adulto, con spiccate sperimentazioni grafiche. Per le storie del Garage Ermetico Moebius destrutturò persino il concetto di sceneggiatura.Il lavoro compiuto dagli “umanoidi” ha avuto conseguenze enormi nella produzione di genere degli anni successivi ed in particolare nel fumetto e nell'illustrazione. Gli stilemi visivi sono stati ripresi proprio dai grafici delle copertine dei dischi per esempio. Molte delle tematiche fantascientifiche affrontate dagli autori della rivista sono state riprese ed ampliate anche a distanza di anni, con citazioni più o meno esplicite. L'antologia Metallo Urlante di Valerio Evangelisti per esempio. Difficile trovare molte influenze nella cinematografia, almeno fino all'uscita di Il quinto Elemento, di Luc Besson, e di Immortal di Henki Bilal.Grazie alle vendite dei diritti all'estero (tra gli acquirenti la rivista italiana Linus), Métal Hurlant riuscì ben presto ad ampliarsi, e la periodicità passò a bimestrale con il numero sette, e dal nono numero divenne mensile. Cessò le sue pubblicazioni nel 1987, salvo riprendere per soli 14 numeri nel 2002.
La versione americana, che non ha mai fermato le sue pubblicazioni, pur cambiando di proprietà, fu chiamata Heavy Metal.La rivista cominciò le pubblicazioni nel 1977, per conto della National Lampoon di Leonard Mogel, che aveva scoperto la versione francese durante un viaggio di lavoro a Parigi. Come l'omologa francese, anche la versione americana pubblicava fumetti di fantascienza e fantasy, con qualche digressione nel noir e nell'horror, senza disdegnare tematiche adulte e sesso più o meno esplicito.
Inizialmente, la rivista riproponeva i fumetti originariamente pubblicati in Francia; in seguitò comincio a pubblicare anche opere concepite espressamente per la rivista statunitense, come quelle di Hans Ruedi Giger e Esteban Maroto, o nuove storie di Richard Corben o Terrance Lindall (per esempio la trasposizione del poema epico Paradiso perduto di John Milton, pubblicata nel 1980).
A questa rivista si deve lo sbarco negli Stati Uniti di Ranxerox di Stefano Tamburini e Tanino Liberatore. Tra gli scrittori che hanno collaborato con la rivista ci sono anche Robert Silverberg e Harlan Ellison.
Con lo stesso nome francese uscì anche la versione italiana della rivista, nei primi anni '80, durata circa 12 uscite, più qualche albo speciale, edita dalle Edizioni Nuova Frontiera, reperibile senza molta difficoltà nel mercato dell'usato.
Attualmente Heavy Metal appartiene ed è pubblicata da Kevin Eastman, uno dei creatori delle tartarughe ninja, che ne è sia redattore che editore.
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