Quando arrivammo, quattro di noi entrarono armati nel nascondiglio. I raggi ultrasonici stordirono in pochi secondi tutti i presenti. Riconoscemmo Lee e lo portammo via. I suoi complici furono invece abbandonati, legati e narcotizzati, davanti a una caserma della polizia locale. Imprigionammo Lee dentro una stanza di quaranta metri quadri che confinava con altre tre piccole stanze chiuse da altrettante porte. L’edificio dove lo rinchiudemmo era in una zona segreta ed isolata, in Thailandia. Era stato preparato dai contatti di Lazarius in Oriente. Nelle tre stanze avevamo fatto mettere, rispettivamente, un coccodrillo, trenta serpenti a sonagli e una tigre affamata da diversi giorni di digiuno. Joanna aveva preparato un formato tipo videogioco che fu trasmesso in rete, come la prima volta, grazie alle telecamere nascoste nelle pareti della stanza. Aprimmo le serrature delle porte comunicanti delle altre stanze e avviammo la registrazione video, mentre la parete opposta alle tre porte, creata appositamente, cominciava a scorrere rimpicciolendo lo spazio. Nel format compariva una scritta con il titolo: Uomo-contro-Natura. E come sottotitolo c’era: “Indovina in quale stanza entrerà”. Ebbe molto successo e la fama della Squadra per la Legge Morale (come ci eravamo pomposamente chiamati) diventò mondiale.

Lazarius era stato l’ideatore e l’organizzatore di tutto. Incoraggiò le mie ricerche tecniche, suggerì a Marinus i contatti da prendere, diede spazio alla fantasia di Ivan, Colin e Joanna, e decise i modi d'attuazione. La rete di informatori e collaboratori reclutati da Lazarius, nascosti nell’ombra e che in tutto il mondo ci aiutavano, aveva dell’incredibile.

“Come ci finanziamo?”, aveva chiesto Joanna in una delle prime riunioni.

“Non avremo bisogno di finanziamenti. All’inizio useremo una piccola parte del Fondo di Ricerca per la Missione Marte 24. Non se ne accorgerà nessuno. Come responsabile del progetto ne ho pieno accesso”

“E dopo? Serviranno tanti soldi…” avevo aggiunto.

“La mia idea è questa”. Lazarius si sedette sulla sedia girevole al centro della stanza e appoggiò i gomiti sulle ginocchia guardandoci tutti a uno a uno. “Noi creeremo un esempio per coloro che ci seguiranno. E gli ideali non hanno bisogno di molto denaro per svilupparsi”

“E se ci prenderanno?”. Ivan non nascondeva una certa apprensione nel chiederlo.

“No, non succederà. Credo che se saremo cauti, e se non ci scopriremo troppo, nessuno riuscirà ad arrivare a noi. Ma dovremo stare molto attenti e non sbagliare mai una mossa. Poi, tra tre anni saremo su Marte…”

“Quindi niente soldi?”, intervenne ancora Joanna.

“Lascia che facciamo due o tre interventi di quelli che abbiamo in mente, e coloro che già ci stanno seguendo procureranno ciò che serve. Acquisiremo una grande popolarità. Ci vedranno come i veri paladini della giustizia. Ciascuno tra coloro che entrerà a far parte della nostra organizzazione porterà qualcosa di utile alla causa.”

“E quando saremo su Marte? Addio a tutto…”, chiese Ivan.

“Ci dedicheremo al coordinamento. Sono certo che sapremo lasciare degli eredi dietro di noi”

 

Andò ancora meglio del previsto.

Le azioni della Squadra per la Legge Morale raggiunsero popolarità e consenso quasi ovunque. Per le città cominciarono a comparire scritte inneggianti i nostri interventi e in alcuni Paesi nacquero anche dei movimenti di solidarietà.