Eravamo già partiti da quasi un’ora quando Joe cominciò finalmente a rilassarsi per gli effetti del fungo.Così andò la prima volta.

L’inizio avvenne a casa di Lazarius, una sera. Eravamo riuniti nella sala grande, al tramonto, con una splendida vista sul mare. In Florida i tramonti sono spettacolari. Per questo quando potevamo ci riunivamo in quel salotto prima della cena di fine giornata, dopo il massacrante programma di formazione spaziale cui eravamo sottoposti.

Stavamo vedendo sul TVComsat le notizie internazionali, quando Lazarius disse: “staremo meglio lassù”

“È così da sempre”, intervenne Joanna con tono sprezzante. “Senza andare troppo indietro, queste sono le stesse schifezze che accadevano cent’anni fa”

“È questo il punto, non sta cambiando proprio niente”. Lazarius aveva assunto quel modo duro che prendeva quando un argomento gli stava veramente a cuore. In un certo senso mi aspettavo che avrebbe detto quello che seguì: “Penso che bisognerebbe fare qualcosa”

Non era una frase detta a caso. Vedete, Lazarius parlava poco, e quando lo faceva dava l’impressione di averci riflettuto a lungo.

Lazarius ci espose la sua idea. In realtà, come scoprimmo poi, era già in corso di preparazione da molti anni. Ed era talmente visionaria e pazzesca da poter essere presa sul serio. Non ce ne rendemmo subito conto, ma il seme di quell’idea cominciò presto a farsi strada in ciascuno di noi e ci condusse a volerne far parte.

 

La nostra “prima volta” fu trasmessa via webtv in tutto il mondo. Molte nazioni la censurarono appena fu scoperta e resa pubblica dai navigatori della rete. Però se ne parlò talmente tanto che copie pirata furono diffuse ovunque. Evidentemente i criminali psicopatici che avevamo assoldato avevano fatto un buon lavoro. Credo che l’unico di noi che avesse poi guardato il filmato, o almeno una parte, fosse stato Joe. Lui non lo ammise. Comunque ne parlarono tutti, e gli accenni ai dettagli furono altrettanto orribili di quella che doveva essere stata la realtà.

Si scatenò il putiferio. Si aprì la caccia al gruppo assassino, mentre noi ci preparavamo per andare a lavorare al Terraforming di Marte.

La nostra seconda volta ci rese ancora più famosi. La prima aveva avuto reazioni complesse perché non era stato immediatamente chiaro ai mezzi di comunicazione che i due torturati fossero i feroci rapitori e assassini del bambino scomparso, e la verità era venuta a galla lentamente.

Quando invece prendemmo uno dei capi del gruppo terrorista che aveva tagliato la testa, in diretta televisiva, a dieci cinesi sequestrati, non ci furono più dubbi. Quello che facevamo era paragonabile ai peggiori film dell’orrore, ma veniva fatto solo a persone che si stavano macchiando di crimini indiscutibilmente orrendi.

Il terrorista si chiamava Lee U San. Da vent’anni l’autonomia del Tibet era stata rimessa in discussione. Lee U San aveva rapito diversi cinesi nel corso degli ultimi anni, e li aveva uccisi tutti. Lavorammo per due mesi con i satelliti. Diciamolo chiaro: eravamo dei privilegiati. Lazarius era riuscito a creare la rete organizzativa che ci supportava, e tecnicamente potevamo accedere a strumenti raffinatissimi grazie al Programma di Addestramento e al fatto che Lazarius e Marinus venissero dai servizi segreti delle rispettive nazioni di appartenenza.

Marinus ci disse un giorno che aveva ricevuto l’informazione di dove si trovasse Lee U San. Lo andammo a prendere in un fine settimana. Ogni mese avevamo diritto a cinque giorni di assoluta libertà, ma non li usavamo per riposare.