Già nel 2008 la Toyota aveva presentato la sua concept car, la 1/X plug-in ibrida, le cui principali caratteristiche sono due: primo, un motore che combina l'alimentazione a benzina e quella a base di batterie al litio (che si possono caricare tranquillamente a casa); secondo, una carrozzeria in carbonio ultraleggero e bioplastica (per il tetto), che rende l'auto molto leggera (fino a un quarto del peso di una Prius o di una qualsiasi auto di media cilindrata).
Il vantaggio del peso ridotto si fa sentire sui consumi: la 1/x è in grado di percorrere 600 miglia (oltre 900 chilometri) con circa 15 litri di benzina (non è chiaro quante volte si dovrebbero ricaricare le batterie per ottenere lo stesso risultato).
Ma questo è solo l'inizio, secondo il project manager Tetsuya Kaida: "La carrozzeria dell'auto è comunque composta da materiali derivanti dal petrolio. In futuro avremo a disposizione nuovi e migliori materiali, derivanti dalle piante, dalla natura, forse dalla carta. Personalmente vorrei creare un auto fatta con le alghe, perchè il Giappone è circondato dal mare".
Secondo David Buttner, senior executive director delle vendite e del marketing di Toyota, "nelle nostre intezioni la 1/x ridefinirà in concetto di auto ecologica, tant'è che il nome non è stato scelto a caso, ma rappresenta il fatto che pesi una frazione delle auto normali e consumi una frazione di carburante".
Ma non potremo sederci in una Toyota "classe-mare" tanto presto, dice Buttner: "La macchina alle alghe appartiene alla prossima decade. Secondo i nostri progetti, la 1/x alle alghe è un auto post 2020: sarà la prima auto realizzata con materie plastiche derivate dalle piante".
Nel frattempo cara Toyota, è meglio non suggerire ai costruttori italici di creare auto fatte di carta. Potrebbero prenderti in parola.
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