Quanto contano le opinioni di uno scrittore per chi legge una sua opera? Dipende. Innanzitutto dal tipo di lettore: per un critico letterario, conoscere l’ideologia, la mentalità e le convinzioni dell’autore è indispensabile per interpretare compiutamente un’opera; diversamente, un semplice lettore si accontenterà di qualche breve cenno biografico per inquadrare collocazione storica e geografica (accordando la sua preferenza, magari, ad autori americani anziché europei, o ad autori contemporanei piuttosto che del primo Novecento). In secondo luogo, dipende dal tipo di opera considerata: se stiamo parlando di un romanzo ambientato nel quotidiano contemporaneo, con sfondi politici o di riflessione sociale, inevitabilmente il senso della vicenda sarà influenzato dalle opinioni dell’autore; viceversa, in un romanzo rosa o giallo, in un’opera di fantascienza o di fantasy, ben più difficilmente il lettore poco attento potrà cogliere forzature e idee personali dell’autore. Proprio per questo, le dispute su “fantascienza di destra e di sinistra” che si sono accumulate negli anni non hanno mai trovato i critici e i lettori unanimi nel bollare la produzione di un Heinlein, di un Dick o – in campo fantasy – di un Tolkien come "conservatrice" o "liberal". La disputa si è recentemente riaccesa negli ambienti italiani coinvolgendo un autore tra i più noti e acclamati della fantascienza contemporanea, Dan Simmons, che ha firmato una pietra miliare del genere quale Hyperion (1989), insieme ai suoi seguiti e agli apprezzati più recenti Ilium (2003) e Olympos (2005).
Il caso è esploso con una nota pubblicata il 23 gennaio scorso sulla rivista online Carmilla, diretta da Valerio Evangelisti e politicamente schierata all’estrema sinistra, firmata da Jean-Daniel Brèque, traduttore delle opere di Simmons in Francia. Titolando senza mezzi termini con «Dan Simmons. Quando “scrittore” fa rima con “squallore” e con “delatore», il pezzo si lanciava contro le posizioni espresse dallo scrittore americano sul forum del suo sito Internet (chiuso poco dopo in seguito alla polemica, ma ora riaperto), ‘ricettacolo’ di neocon e repubblicani ferocemente contrari a tutto ciò che odora di Islam, omosessualità, ecologia ecc. In particolare, Brèque cita un post di Simmons dell’11 gennaio, nel quale invitava un utente del suo forum a denunciare alle autorità competenti – come da lui già preventivamente fatto – una studentessa palestinese che l’utente in questione sosteneva avesse dichiarato in sua presenza la vicinanza al popolo palestinese colpito dai fatti di Gaza e il suo “desiderio di vendetta”. In conseguenza di questa posizione “delatoria”, Brèque il giorno stesso con una lettera aveva informato Simmons della sua volontà di cessare la collaborazione col suo sito Internet (sul quale il traduttore francese teneva una rubrica), ottenendo in tutta risposta l’imposizione da parte di Simmons al suo agente letterario per la revoca a Brèque dei diritti per la traduzione di tutte le sue future opere in Francia. Pochi giorni dopo, su Carmilla è stato poi pubblicato un articolo più lungo, firmato “Typ”, che rinfocolava la polemica sostenendo perentoriamente che: «L’uomo Dan Simmons non è all’altezza dello scrittore». Qui la questione andava però oltre le opinioni personali dell’autore, osservando come quelle opinioni avessero ormai compromesso anche la sua stessa produzione. The Time Traveler, racconto inedito pubblicato da Simmons sul suo sito, racconta del mondo tra vent’anni immaginando un’Europa asservita al diritto coranico, dove il figlio di Simmons è condannato a morte a Londra per aver avuto rapporti con un’islamica e la figlia costretta a portare il velo. L’autore del pezzo concludeva con il rammarico di dover cessare la lettura di quello che, da diciotto anni, considerava il miglior scrittore di fantascienza contemporaneo.
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