- Signora… signorina, cosa fate su questo treno?
- Non esistono due persone con lo stesso nome, lo sapete di certo! Al momento della scelta l’Ufficio Nascite mi impedirà di chiamarlo Andrea dato che ne esiste già uno, un morituro che morirà in AufstiegPlatz il quattro Novembre!
Era ovvio, e lui non ci aveva pensato, che idiota, si era perso in inutili e fantasiosi pensieri fuorvianti. Comprese d’essere uno stupido non abituato a porsi problemi… era ovvio che il Regime non poteva prevedere le nascite e le future scelte della gente, le future fecondazioni.
- Siete stato crudele a dirmi che Andrea moriva a Novembre. Lo avete fatto apposta, ben sapendo che non era mio figlio quell’Andrea sull’elenco…
- No, signora, mi è solo caduto l’occhio su quel nome…
- Andremo insieme, io e voi, in AufstiegPlatz ad incontrare questo signor Andrea.
- Questo treno và a ReisfeldStadt.
- Lo faremo quando torneremo stasera.
- Io non torno stasera, e comunque non mi voglio più occupare di questa storia.
La donna si sedette di fronte al giovane, lo fissava con quei suoi occhi verdi, vivi… lui li evitava. Il prurito era aumentato: avvertiva attorno all’ombelico, e pure più giù, il coagularsi di un’irritazione cutanea. Resistette al prurito ed allo sguardo di lei focalizzando la propria attenzione sullo scorrere del paesaggio e su una striatura opaca presente sul finestrino. Edda gli diede del tu:
- Sei anche tu come tutti gli altri? Anche tu hai l’allergia? Le persone sembrano tutte diventate allergiche le une alle altre…
Non era un’arringa, un rimprovero, la voce di Edda era dolce, quieta, senza rendersene conto lui la guardò negli occhi.
- Perchè sei scappato via di corsa?
Sapeva a cosa si riferiva, alla sua corsa delle dieci. Decise di risponderle per continuare a godere ;del suo viso:
- Sono andato ad assistere ad una morte prevista per le dieci, ero in ritardo.
- Un caro conoscente?
La donna, la ragazza, aveva un modo infantile di pronunciare quelle parole in via d’estinzione.
- Un amico d’infanzia che non vedevo da anni. L’ho visto morire…
- Lo fanno molti…
- Si, molti muoiono. Direi tutti…
Il giovane afferrò alcune pagine del giornale e se le appallottolò tra le mani.
- Lo fanno molti - si spiegò lei - questo andare a vedere di nascosto la morte dei conoscenti. Tutti vivono senza volere contatti affettivi, però esiste ancora la curiosità, se non la compassione, per la morte di qualcuno che una volta si conosceva. - Dopo un breve silenzio aggiunse: - Tra pochi anni esisteranno solo persone distaccate e indifferenti, senza sofferenza, senza affetto, forse anche senza curiosità… le altre persone, così come i treni, i binari, la morte, la pioggia, l’asfalto, saranno solo cose tra le cose. - Dopo un ulteriore breve silenzio, concluse: - Mio figlio sarà diverso.
Il giovane l’aveva ascoltata contemplandone gli occhi, le labbra, il pallido collo. Sotto il grigio cappotto aperto indossava qualcosa di rosa, sul petto una collana con un ciondolo, un cuore viola d’ametista, la gonna era rossa e… lei gli prese le mani. Il giovane non sapeva cosa, come, perchè, ma… fecero l’amore.
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