Ora rileggeva, in rigoroso ordine alfabetico, la lista delle morti del giorno, i Destini Odierni.

- No!

Quante volte l’aveva riletta quella lista? Da un anno veniva pubblicata, eppure non si era mai reso conto che tra gli sconosciuti c’era anche un nome a lui noto, quello del suo vecchio amico Karl.

- Karl Bierof: ore dieci antimeridiane, HochschlossStrasse, numero civico 16, quarto piano, interno tre. Causale del decesso: defenestrazione.

Leggeva e rileggeva attonito quando d’improvviso trasalì, qualcuno gli aveva toccato una spalla. Era lei, la donna dal bel viso attivo… il giovane si alzò, arrotolò e strinse in pugno il Quotidiano, la donna si ritrasse timorosa si essere colpita dal rotolo cartaceo. Ma lui non la colpì, lui se ne andò. 

Senza sapere a cosa servisse, il giovane dai capelli bianchi si era messo a correre in rapido slalom tra i grigi nel grigio. Erano le nove e quaranta minuti e voleva giungere in HochschlossStrasse prima delle dieci. Ma per far che? Salutare l’amico Karl? Chiedergli: “ti ricordi di me?”.

Schivando passanti, carretti di venditori ambulanti, biciclette e tram elettrici era giunto sul luogo dell’evento, ma ormai erano le dieci in punto. Inutile tentare di salire al quarto piano.

Ansimava e fissava in successione le finestre al quarto piano. Un movimento, un’ombra dietro la seconda finestra da sinistra lo convinse:

- Quella è la finestra!

Si, la finestra era quella.

- Dovrebbe accadere da un momento all’altro…

Ed accadde. La finestra scoppiò in frantumi, un corpo umano l’aveva sfondata dall’interno tuffandosi nel vuoto… in rapida parabola discendente andò a schiantarsi sul marciapiede.

Defenestrazione, come da Elenco Ufficiale delle Morti Previste.

Alle spalle del giovane dai capelli bianchi il portone di una taverna si aprì, il panciuto gestore del locale era uscito a constatare l’evento.

Si rivolse al giovane, che ancora boccheggiava per la corsa e lo spavento:

- Gran bel volo! Avete visto che roba?

Il giovane rallentava il proprio respiro continuando a fissare il corpo morto dell’amico, un corpo adulto, obeso, che veniva raccolto dagli addetti al recupero: non li aveva notati, ma erano già lì in attesa, pronti a caricarlo sulla lettiga a traino manuale.

L’amico Karl era spirato in orario.

- Certo che il morituro poteva aprirla la finestra anziché sfondarla, no? Cosa dite voi? Secondo me ha voluto spettacolarizzare il trapasso, è una moda che sta prendendo piede…

Finalmente il panciuto chiacchierone s’avvide della tristezza del giovane, una lacrima singola ne discendeva il volto.

- Oh… ma voi state lacrimando… forse lo conoscevate?

- Si, lo conoscevo.

- Oh… mi scusi, ho fatto dei commenti inopportuni…

- Non importa...

- Sapevate che toccava a lui oggi? Voglio dire, non siete passato di qui per caso…