Edito dalla ISBN Edizioni e in libreria da qualche settimana, Il mostro degli Hawkline (The Hawkline Monster, 1974) è un romanzo scritto Richard Brautigan.
L’autore ha scritto un romanzo costruito sulla fusione e sulla parodia di due generi: il western e la fantascienza con venature gotiche con una casa sperduta nella prateria dovo sono avvenuti misteriosi esperimenti fatti da un alchimista poi ucciso da un altrettante misterioso mostro.
Nella casa due sorelle attendono l’arrivo di due killer per uccidere il mostro e vendicare così la morte del padre.
L’autore. Richard Brautigan (1935-1984) è nato a Tacoma. Ha una infanzia segnata dalla mancanza del padre, dalla povertà e cresce con la madre e una “serie” di patrigni. Dopo le scuole, nel 1955 decide di fare lo scrittore e fa una vita da bohèmien, ma la vita è dura, finisce prima in prigione e poi in un ospedale psichiatrico dove subirà quindici sedute di elettroshock. Lascia l’Oregon e la famiglia per sempre e si trasferisce a San Francisco. Nel 1964 gli viene pubblicato un primo romanzo, ma il successo arriva molto più tardi, nel 1967 con il romanzo Pesca alla trota in America, un romanzo che rivisita il mito americano in chiave tragicomica e surreale.
Quando il regista Hal Ashby legge il presente romanzo rimane incantato dalla sua eccentrica ironia e vuole farne un film con Jack Nicholson e Dustin Hoffman, ma il progetto si arena perché Brautigan non approva i cambiamenti alla sceneggiatura.
Si può dire che è stato uno dei più originali scrittori della controcultura californiana. Il mostro degli Hawkline, finora inedito in Italia, è stato già tradotto in tredici lingue.
Un brano iniziale. Si acquattarono con i fucili nel campo di ananas a guardare un tizio che insegnava al figlio ad andare a cavallo. Era l’estate del 1902 alle Hawaii.
Non avevano detto una parola da parecchio tempo. Erano rimasti lì acquattati a guardare il tizio e il ragazzino e il cavallo. Quello che vedevano non era per niente di loro gusto.
«Non posso» disse Greer.
«È un gran bastardo» disse Cameron.
«Non posso sparare a uno che insegna a suo figlio ad andare a cavallo» disse Greer. «Non sono fatto così.»
Greer e Cameron non si sentivano a loro agio nel campo di ananas. Erano fuori posto alle Hawaii. Erano vestiti tutti e due da cowboy e quei vestiti appartenevano all’est dell’Oregon.
Greer aveva con sé il suo fucile migliore: un Krag. 30-40 e Cameron un Winchester. 25-35. A Greer piaceva prendere in giro Cameron per il suo fucile. Greer gli diceva sempre:
«Perché ti porti dietro quel fucile da conigli invece di un fucile vero come questo Krag? ».
Seguirono attentamente la lezione di equitazione.
«Be’, addio mille dollari a testa» disse Cameron. «E il maledetto viaggio su quel maledetto barcone per niente. Lo dicevo io che me la vomitavo tutta e ora devo rifarmela e per di più con due spiccioli soltanto in tasca. »
Greer annuì.
La quarta di copertina. Oregon, 1902. Greer e Cameron sono due killer-cowboy assoldati dalle affascinanti sorelle Hawkline per uccidere il mostro che ha fatto sparire loro padre — un alchimista alla ricerca della soluzione ai problemi dell’umanità — e che le tormenta, insinuandosi nei loro pensieri e sconvolgendo le loro vite. Ma nella sperduta casa gialla dalle fondamenta di ghiaccio, niente è come sembra: tra esperimenti chimici e trasformazioni surreali, si consumano strani amplessi e strane morti. Il mostro degli Hawkline è una distorta parodia dei generi western e gotico, la poetica e divertita risposta di Brautigan alla perdita della libertà di pensiero e alla «fine di un sogno della scienza».
Richard Brautigan, Il mostro degli Hawkline (1974, The Hawkline Monster), traduzione di Enrico Monti, ISBN Edizioni, collana I Libri di Isbn, pag, 204, euro 15,00.
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