Cronache ferraresi
Vittorio Catani
Theodore Sturgeon resta uno dei rari autori di fantascienza che abbiano impostato le loro storie su conflitti psicologici e usato psicanaliticamente lo svolgimento delle trame e i movimenti dei personaggi. Non solo: attivo degli anni 40, Sturgeon è stato certamente tra i primi in questo campo, probabilmente il primo in assoluto. La sua bravura e “presa” sul lettore dipendono non solo dalla qualità del suo linguaggio – molto apparentato a quello del mainstream – e dalla obiettiva originalità della sua fantasia, quanto dal fatto che egli in ogni sua storia, quasi fosse una seduta dall’analista, coinvolge il lettore in un problema angosciante per risolverlo non solo narrativamente ma anche emotivamente, provocando con la “trovata” finale una reazione liberatoria, direi terapeutica (un esempio clamoroso è la terza e ultima parte del romanzo Nascita del superuomo, di fatto una lunghissima “seduta” di autoanalisi). Allo scopo, mette in scena situazioni e personaggi “ai limiti”: “diversi” d’ogni tipo (handicappati, gay, creature umane deformi, strane creature extraterrestri), protagonisti in procinto di soccombere a catastrofi naturali o psichiche, o a guerre totali. Da qui anche il suo implicito messaggio in difesa dei più deboli - che spesso si rivelano superiori agli altri - per una società più libera e solidale, e quindi un concetto del nostro prossimo che superi prevenzioni e steccati ideologici (idea portata talora alle estreme conseguenze; si veda il racconto Il tuono e le rose).
La scelta di queste tematiche, e il suo modo di scrivere spesso lontano dal genere, lo hanno reso il beniamino di relativamente pochi ma affezionati estimatori; di fatto lo hanno gradualmente allontanato dalle politiche editoriali, specie quelle odierne, anche se in passato un paio di tentativi di proporre una sua opera omnia furono avviati ma con esito infelice. Non si capisce tuttavia perché il lettore più avveduto, o l'appassionato di Philip K. Dick, J.G. Ballard o Kurt Vonnegut non dovrebbe apprezzare anche Sturgeon, quanto meno il migliore Sturgeon (e sue opere memorabili, brevi e lunghe, certo non difettano). C’è da augurarsi che il vento cieco delle mode smetta di soffiare a senso unico. Sturgeon, un grande della narrativa tout court, attende da decenni una adeguata riproposizione critica.
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Preferiti (a personalissimo parere):
- Romanzi: Cristalli sognanti, Qualche goccia del tuo sangue.
- Racconti: Chi?, Gente, Ombre sul muro, Scultura lenta, Stige celeste, Il tuono e le rose, L'uomo che vide scomparire il mare, Uragano.
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Su Sturgeon a Ferrara, non potrei dire molto più di quanto a suo tempo scrisse Vittorio Curtoni nel suo celebre editoriale di Robot n. 5 (prima serie), intitolato Una notte altrove.
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