Ma Corrado vuole salvare la sua monachella. E si getta con leggerezza tutta giovanile in quella terribile avventura. Soltanto un inciso. L’esperienza del tunnel sottomarino non è del tutto inventata. Nella mia giovanile passione per il mare sono stato un pescatore di frutti di mare instancabile e un tantino incosciente. Non c’erano grotte sotto gli scogli o piccoli archi sottomarini che mi spaventassero. E tutto in apnea, trattenendo cioè il fiato. Una volta ho corso un rischio mortale, non avevo valutato bene la lunghezza del cunicolo. In mare le distanza sono falsate. E quello che prova Corrado nel suo attraversamento sottomarino l’ho provato anch’io. È molto frequente che gli scrittori inseriscano nelle loro storie personali esperienze di vita. In ogni cosa che scriviamo c’è sempre una piccola parte di noi.La storia va avanti veloce. Ho dovuto inventare tutto di sana pianta, quindi non è stato difficile per me. Tutto è filato liscio fino a quando Tarik, il nonno, la fanciulla e il nostro giovane eroe tornano a casa. E Corrado scopre l’inganno della Malombra. È disperato, ma il saraceno gli viene in aiuto.Avevo bisogno di dare un tocco di normalità alla vicenda. Sin da quando ero un ragazzo - sì, anch’io sono stato un ragazzo pieno di sogni che poi ho trasposto nei miei racconti -, mi son chiesto come mai gli eroi dei film non mangiassero mai, non andassero mai in bagno e, quasi sempre, dormissero pochissimo. Già, erano superuomini, ma le persone normali hanno bisogno di mangiare e dormire. Quindi dovevo far mangiare e dormire i miei personaggi.In un primo momento avevo descritto quello che ritenevo un pasto povero ma saporito, pane e pomodoro, patate lesse e verdura di campo. Così i miei eroi cenavano e …Di nuovo. L’anacronismo è una specie di serpente subdolo che ti morde quando meno te l’aspetti. Ma in cosa avevo sbagliato?Pensateci. E sempre in fondo troverete la spiegazione. (4)Ho dovuto quindi modificare la cena, parlando di polpi e ricci. Pure in questo caso c’è un errore, anche se veniale. La povera gente, per poter andare avanti, vendeva sempre tutto quello che coltivava o pescava. Quindi, per quanto possa essere incredibile, un pescatore si nutriva o di pesce di poco valore, di scarto, quello che nessuno comprava, o di poveri prodotti della terra, come la verdura che cresceva spontanea. La carne era una specie di miraggio che veniva mangiata soltanto in particolari feste. Nonno Ciccio mai avrebbe addentato un polpo, sapendo che avrebbe potuto venderlo al mercato ricavando un buon prezzo. Ma avevo bisogno di superare l’ostacolo e l’unica certezza era che, anche a quei tempi, il mare forniva cibo saporito a portata di mano.Anche qui la storia procedeva liscia come l’olio, extravergine d’oliva, naturalmente, come il nostro. Bisognava superare un altro scoglio apparentemente difficile: per sconfiggere la Malombra D’Acqua occorreva sfidarla nel suo stesso ambiente perché lei non abbandonava mai il mare, in quanto l’unico modo per ucciderla era quello di darle fuoco. Ma come si può accendere un fuoco nell’acqua?In un primo tempo ho pensato alla pece che, essendo un derivato del petrolio, brucia anche in acqua. Ma non proprio bene. Inoltre la Malombra, anche per questa ragione, si teneva ben lontana dalle navi. Allora?
Gli anacronismi e il difficile mestiere dello scrittore
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