Dovete sapere che i film sono pieni di anacronismi, dovuti non tanto a errori di sceneggiatura, quanto a semplici errori di ripresa, ad esempio le comparse che si cambiano in fretta conservando magari gli occhiali da vista, o a superficiale conoscenza storica degli eventi.Sicché, quando mi sono accinto a scrivere questo romanzo ho dovuto fare particolarmente attenzione a due elementi. Uno riguardava appunto il rischio di anacronismi, l’altro riguardava l’ambientazione storica locale.In verità anche in questo caso, come mi succede spesso, ho scritto la storia di getto, avendo come leit-motiv la vecchia leggenda popolare. Conoscevo quella storia, molto più scarna e, per certi versi, più drammatica di quella che ho scritto. Certo non potevo limitarmi a una rivisitazione della leggenda, tenuto conto che già altri autori, molto più autorevoli e preparati di me sulla storia locale, l’hanno fatto.Avevo bisogno di costruire una storia intorno alla leggenda.Così ho cominciato a parlare di una carrozza che si avvicinava alla riva del mare e di una fanciulla che ne usciva preceduta dalla nutrice, la quale chiedeva di essere portate in barca al convento e…Cosa? Non vi siete accorti dell’anacronismo? In effetti è un errore subdolo che ti sfugge letteralmente sotto gli occhi e che fa scuotere il capo a qualche competente.Ricominciamo. Siamo dopo l’anno 1100. Una carrozza si avvicina alla riva e… L’avete capito?No? Va bene, devo proprio spiegarlo. Non andava perché…Ma forse è meglio che ci proviate voi. E se non ci riuscite troverete la spiegazione alla fine di quest'articolo. (1)Quando ho rivisto la prima stesura del libro mi sono affannato a cercare una soluzione. E la domanda che mi son fatto è stata tanto semplice da sembrare banale: come ci si spostava in quel secolo? Semplice? Provate a dare voi una risposta.Non ci riuscite? Allora leggete sempre in fondo all'articolo. (2)Così ho proseguito il racconto, per incagliarmi poco dopo. E, credetemi, è stato molto difficile disincagliarmi.Ad un certo punto della storia, quando le due donne chiedono di essere traghettate, il nonno richiede un pagamento. Questo è abbastanza normale. Ma a quel punto mi sono posto il problema: quanto doveva chiedere?
Già, sembra facile… quali erano le monete che circolavano in quel tempo? Devo confessarlo, ho pensato di dribblare l’ostacolo limitandomi a dire genericamente che il nonno chiese il giusto prezzo e l’ottenne. Semplice, diretto e senza troppi problemi. Ma scrivere è anche imparare, e a me non è mai piaciuto fuggire, come avrei fatto in questa occasione. Così mi sono lanciato alla ricerca della moneta che circolava nel dodicesimo secolo dalle nostre parti.
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