Delos 14: Racconto
Carlo Chenti
cittadino di San Servero
di Enzo Verrengia
< Views: Manuale per l'aspirante scrittore |
Sommario
18 aprile 1948: verso le dieci del mattino un meteorite si abbatteva in località Zamarra,
a sud-est dell'agro di San Severo (provincia di Foggia), sulla proprietà di tale
Colavici Salvatore. Lo sfortunato agricoltore, assistendo atterrito all'impatto,
vedeva devastato un intero vigneto coltivato a Bombino bianco. L'evento non raccolse attenzione
dai giornali locali, perché si verificò nella stessa giornata delle elezioni politiche
vinte da De Gasperi. Le forze dell'ordine non intervennero perché occupate a presidiare il centro in caso di tumulti.
Solo e disperato, il contadino cercò di spostare il masso caduto dal cielo e assodò
che in realtà si trattava di un piccolo razzo con a bordo un bambino bruno e sorridente,
impaludato in pezzoline rosse e blu come i colori sociali del Bologna Football Club.
-- Buon giorno, signore -- disse in perfetto italiano, -- mi chiamo Kal-el e provengo
dal pianeta Kripton. Sono l'unico sopravvissuto della mia specie. Mio padre ha previsto
la catastrofe e mi ha messo in salvo.
Perplesso, il povero contadino seppellì i resti del razzo mentre il bambino svolazzava
sotto il sole primaverile facendo divertire Lione, il cane da guardia. Terminati
i lavori di occultamento dei reperti spaziali, il Colavici afferrò con abile colpo
di mano il sedicente Kal-el e lo condusse nottetempo dai coniugi Gionata e Marta Chenti.
I due furono entusiasti di adottare quel figlio che la sterilità di lei e l'impotentia
coiundi di lui rendevano inottenibile per normale trafila. Quanto al Colavici, si
disfò al più presto della vigna maledetta e trascorse il resto dei suoi giorni a leggere
di astronomia.
Il ragionier Gionata Chenti, capufficio presso l'esattoria comunale, possedeva la
mente solerte del gabelliere, avezzo a far quadrare i conti in ogni cosa. Rinvenute
qualità straordinarie nel figlio adottivo, così le enumerò: il piccolo poteva,
a) volare a qualsivoglia velocità;
b) sbirciare attraverso muri e vestiti (creando non pochi problemi alla pudibonda
quanto procace madre adottiva);
c) vedere e udire a distanze illimitate (il che lo mise in grado di riferire, con
gran diletto del ragionier Gionata, sulle partite di calcio domenicali mentre la
tv era ancora ai primi vagiti);
d) sollevare un palazzo dalle fondamenta (nell'intento d'imitarlo, il ragionier Gionata
fu colto da un terribile colpo della strega).
Unico inconveniente per il pargolo, il malore che provava quando passava accanto al
relitto sepolto nella vigna del Colavici, che emanava radiazioni nocive per un nativo
di Kripton. Ma anche i nativi del luogo accusavano malesseri transitando nella zona,
a causa delle mefitiche esalazioni di un canale fognario.
I genitori adottivi circondarono d'affetto l'esule dello spazio e gli assicurarono
un'infanzia serena persino quando pioveva a dirotto. Poi negli USA incominciarono
le persecuzioni anti-ebraiche in concomitanza con il processo ai Rosemberg, presunti
piazzisti all'estero di formule atomiche, e i Chenti credettero bene di fuggire da San Severo
avendo piazzato una formula per le orecchiette con le cime di rape, esclusività della
Puglia, presso un conoscente bolognese. Per evitare al bambino venuto dallo spazio ulteriori disagi, lo chiamarono Carlo e lo affidarono alla famiglia dei Verrengia,
tradizionalisti quanto mai, che lo ribattezzarono Crescenzo, in omaggio al nonno
paterno e per un buon auspicio.
I nuovi genitori si preoccuparono di togliere dalla testa del ragazzo tutte quelle
fandonie sui superpoteri e sulle origini extraterrestri, così durante l'età scolare
lo si vide timido, mite e occhialuto secchione. Per effetto di suggestione non era
più capace di volare né di trapassare con lo sguardo le gonne di certe sue appetitose compagne
di classe, e il tentativo di sollevamento del suo condominio si risolse in lombaggine.
Un giorno, stufo di tutto, mise in una ventiquattrore il bendaggio rosso e blu e volò
negli USA, a Metropolis, New Jersey. Là cambiò il suo nome sanseverese in Clark Kent,
e immediatamente fu diffidato da una ditta produttrice di sigarette. Poi distrusse
ogni documento che poteva ricordare Enzo Verrengia (Crescenzo Verrengia) e trovò lavoro
come cronista al Daily Planet. Trasformò la stoffa rossa e blu in un mirabolante
costume e ora combatte il male con il temuto nome di SUPERMAN.
Un editore di fumetti ascoltò la sua storia e giudicò poco commerciale l'ambientazione
italiana, addirittura meridionale, tant'è che quando Superman trionfò nelle avventure
disegnate, San Severo divenne Smalville e Colavici scomparve perché un bracciante
dava alla faccenda un tono troppo impegnato. I Chenti passarono a Kent e i Verrengia...
via! E' un cognome impronunciabile in italiano, figurarsi in angloamericano!
E' un uccello? E' un aereo? E' un sanseverese?
Capito perché quella esse sul costume?
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