Criminali e investigatori non-umani
Oltre alle menti umane trasferite su un supporto artificiale, nella fantascienza esistono

Se dalle intelligenze artificiali passiamo al campo degli alieni, il discorso cambia: la fantascienza li ha rappresentati più come avversari guerreschi che come criminali. Sicuramente, comunque, i loro crimini e le loro leggi possono essere molto diversi dai nostri. Lo dimostra il divertentissimo racconto Il doppio criminale di William Tenn, in cui un alieno ameboide, ricercato dalla polizia e rifugiatosi sulla terra, tenta di vendere foto “pornografiche” di alieni che si scindono, riuscendo a interessare solo un professore di biologia. Vistosi scoperto, il criminale crea anche un interessante problema legale, scindendosi in due parti che si dichiarano entrambe “figlie” dell’ameboide originale, e dunque perfettamente innocenti.
Non possiamo concludere questa panoramica sui criminali non-umani senza citare quello che probabilmente è l’antagonista più strano mai incontrato da un detective: quello creato da Jonathan Lethem, che in Concerto per archi e canguro manda contro al suo investigatore un canguro geneticamente modificato, intelligente e armato di pistola!
L’Italia “nera” del futuro
Anche guardando all’Italia, soprattutto in tempi recenti, la fantascienza si è profondamente ibridata con il noir. Per esempio i due ultimi Urania di autore italiano usciti, per esempio, appartengono ambedue in pieno a questo genere. Infect@ di Dario Tonani costruisce una Milano “nera” invasa da cartoni animati, sottoprodotto di una droga che dà corpo alle allucinazioni di chi la consuma, e che viene diffusa attraverso dischi ottici e assunta guardando schermi TV. Giovanni De Matteo, invece, ambienta a il suo Sezione π2 in una Napoli dominata dalla criminalità, in cui gli investigatori indagano assumendo su di sé i ricordi delle vittime dei delitti.
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