C'è un triste futuro per la razza umana, un futuro di sterminio. Questo scenario apocalittico può essere cambiato, agendo nel passato. A un solo cronoagente, una giovane donna generata e cresciuta per questo scopo, viene affidata la missione di salvare l'umanità dal destino che l'attende. Lei sola dovrà discendere e ascendere lo spaziotempo senza sosta, rintracciando gli inconsapevoli portatori del parassita alieno che, se non eliminato, condannerà la razza umana. Per fare ciò lei dovrà trasformarsi radicalmente: si lascerà alle spalle pietà e scrupoli morali e diventerà Lilith, l'assassina.
Il fumetto è ben scritto e ben disegnato. Se per ben scritto s'intende un fumetto che non lascia buchi narrativi e ha dialoghi plausibili.
Quello che rende perplessi è lo schema sul quale è concepita l'opera.
Una eroina solitaria, che con l'aiuto e la compagnia di un animale, viaggia di epoca in epoca, uccidendo in ogni missione una vittima designata, per quanto innocente. Un Quantum Leap più truculento.
Ma un fumetto che non ha comprimari forti, può da solo reggere l'impatto della serialità? Il dubbio è forte. Ma questo non è un progetto seriale convenzionale. Non è articolato su albi mensili. E questo forse è l'unico motivo per cui la serie, nella sua minimalista struttura narrativa potrà essere sopportabile.
Un albo ogni tanto rappresenta una piacevole parentesi. Tutti i mesi la stessa solfa, no. Tra l'altro avrà comunque una fine, come gli altri progetti dell'autore, visto che sono previsti solo 18 numeri. Per cui c'è la consolazione che potremmo dedicarli uno spazio finito nei nostri scaffali.
Enoch li scrive e li disegna (fa pure le copertine!) per cui più di un albo ogni 6 mesi non potrebbe produrre. E' possibile gestire la mensilità solo con un abbondante parco disegnatori. In effetti un disegnatore medio bonelliano pubblica mediamente una storia all'anno. Quindi al confronto Enoch è persino iperproduttivo!
Veniamo al disegno.
Altre perplessità. Enoch sa disegnare bene, non è una scoperta. I punti di forza di questo fumetto sono le ricostruzioni storiche e la forte comunicatività dei volti dei personaggi. La tavola è destrutturata. L'assenza di un modulo fisso crea discontinuità che non respingono, anzi tengono desta l'attenzione. Pur tuttavia molte delle geometrie ipercinetiche da manga rendono il tutto un po' confusionario. Non sono ben chiare alcune prospettive, forse a causa di una inchiostrazione un po' piatta, pretenziosa citazione della ligne claire. Il disegno è troppo ruffiano per non suscitare irritazione. Un Baricco del pennino. Conosce il mezzo e ci gioca. Sembra che potrebbe fare meglio, ma i fan gli perdonano tutto e va bene così.
Il giudizio complessivo è di un esordio che supera la sufficienza di poco, ma ci sono le potenzialità perchè la serie possa crescere.
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