Donne del futuro: Quellcrist Falconer
Come l’altra grande attivista politica conosciuta nella fantascienza degli ultimi anni, la Ellen May Ngwethu nata dalla penna dello scozzese Ken MacLeod e costretta a trovare un compromesso ideologico per la sopravvivenza del genere umano (La Divisione Cassini, 1998), Quellcrist è una figura letteraria a tutto tondo, sospesa tra il disinganno e la rabbia, che alimenta con l’aura mitologica delle sue sentenze lapidarie la speranza e l’ansia di riscatto dei personaggi che le si muovono attorno. Morgan ci offre finalmente uno spaccato del suo passato, una lucida rievocazione del movimento rivoluzionario da lei ispirato (dallo Sfondamento Coloniale agli Anni del Caos) e una immersione completa nella sua dottrina politica. Così come per la rivoluzione, è lei il motore del meccanismo narrativo, l’attrattore che domina le traiettorie esistenziali degli altri personaggi, Kovacs incluso. Nessuno è immune al suo magnetismo, nessuno può resistere al campo memetico che s’irradia dalla sua icona ormai assurta a simbolo del movimento che ha contribuito a plasmare: il quellismo.Se le furie sono i rivoluzionari in letargo pronti a scatenare un’ondata di ribellione che travolga nell’impeto le autorità di Harlan’s World, Quellcrist Falconer è la loro musa e la loro guida. Il bisogno di una leadership politica per attuare il cambiamento atteso da tutti ma che in pochi ormai osano sperare, viene dipinto da Morgan con una lucidità che diventa a tratti perfino impietosa. I ribelli del fronte neoquellista sono dei dormienti che hanno abbracciato la vita dei surfisti: dividono le loro giornate ripetitive tra le onde e la spiaggia e vivono in un’attesa dal sapore messianico. Il lascito di Quellcrist resiste nella teoria politica: “[i rivoluzionari moderni devono,] se privati di nutrimento da forze oppressive, spandersi sulla terra come polvere di quellcrist, ubiqui e senza lasciare tracce ma portando in sé l'energia della rigenerazione rivoluzionaria dove e quando nuovo nutrimento possa crescere”. Una disciplina che aggiorna ai tempi dell’agotransfer e della digitalizzazione neurale la prassi rivoluzionaria: “La tecnologia ci ha dato accesso a scansioni temporali che i nostri antenati potevano solo sognare. Dobbiamo essere pronti a usare quelle scansioni, a vivere in quelle scansioni, se vogliamo realizzare i nostri sogni”.
E così ecco i quellisti pronti a trasformarsi a imitazione dell’erba infestante anfibia originaria di Harlan’s World, nota come quellcrist oppure come qualgrist.
“In effetti, la quellcrist è notevole solo per il suo insolito ciclo vitale. Se e quando si venga a trovare in zone prive d'acqua per lunghi periodi di tempo, i baccelli del vegetale si seccano, trasformandosi in una polvere nera che può essere trasportata dal vento per centinaia di chilometri. Il resto della pianta muore e imputridisce, ma la polvere, una volta tornata in contatto con l'acqua, si ricostituisce in microfronde dalle quali un'intera pianta può crescere nel giro di settimane”.
Sono state queste peculiarità a ispirare Quellcrist quando ancora si chiamava Nadia Makita ed era una giovane poetessa fresca di studi in demodinamica. Di lì a pochi anni si sarebbe trasformata nella leggenda che tutti abbiamo imparato a conoscere, capace di accendere un lampo di redenzione nella storia delle masse oppresse e diseredate. E, dopo la sua scomparsa nei cieli di Alabardos per effetto del fuoco d’angelo (“canta l’inno dei sogni svaniti dal cielo di Alabardos”), la sua figura sarebbe stata opportunamente manipolata e tradita, ispirando gli orrori delle guerre civili su una mezza dozzina di mondi del Protettorato, non ultimo il Sanzione IV messo a ferro e fuoco dai kempisti che Morgan ha portato in scena nella scorsa avventura di Kovacs.
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