Nel frattempo, presso il Pentagono, il Generale Roberts da ordini al Colonnello Edwards di indagare sui fatti accaduti al cimitero di San Fernando Valley e di mettersi in contatto con gli alieni: spiega al suo subordinato che l'esercito ha sviluppato un sistema per decodificare la loro lingua, e Roberts ammette che l’esercito è in contatto con gli alieni da anni. Sono a conoscenza del messaggio degli alieni con cui accusano i Terrestri di essere stupidi per ritenersi gli unici esseri viventi dell’Universo. Inoltre, l’uso delle armi nucleari hanno costretto gli alieni a prendere in considerazione la distruzione della Terra, attuando il cosiddetto Piano 9, ossia il risveglio dei morti per fermare gli umani. Gli alieni si vedono costretti ad attuare la distruzione della razza umana perché sanno che prima o poi i terrestri raggiungeranno le conoscenze per realizzare la bomba solare, in grado di distruggerebbe l'intero universo.Alla fine saranno Jeff, il pilota di aerei e sua moglie Paula a salire sulla navicella aliena ed a sventare l’invasione e la distruzione della Terra.
L’estetica di Wood
Edward D. Wood Jr. era privo di qualsiasi gusto – nel senso classico, ma anche moderno del termine – e non ha mai avuto alcun tipo di talento per il cinema, tranne,forse, per il fatto di essere in grado di girare un film con pochissimi mezzi e in altrettanto pochissimo tempo. In questo, lo si può accomunare ad un altro regista, italiano e di grande talento: Mario Bava. Ma il paragone finisce qui. Bava era sì capace di girare con set riciclati, in due settimane e con pochi soldi, ma era dotato di uno straordinario talento che lo ha portato ad essere riconosciuto in tutto il mondo – Stati Uniti in primis – come un grande regista.Per Wood, probabilmente, vale la regola che se si guarda un suo film, si capisce come non si deve girare una pellicola. Perché in fondo il suo è sì cinema, ma allo stesso tempo non-cinema. Proviamo a spiegare. Wood – nonostante la sua evidente incapacità di fare cinema - amava senza remore la settima arte, ne era letteralmente affascinato che durante il corso della sua intensa vita, ha dato tutto se stesso per realizzare film. È stato un uomo di e per il cinema in senso assoluto. Eppure, nonostante ciò, Hollywood lo ha sempre respinto come un pericoloso virus, come un reietto con cui non si vuole avere niente a che fare. In tal senso, come sembra suggerirci lo stesso Burton nel suo film biografico, si potrebbe paragonare Wood ad un genio del cinema mondiale, ossia a Orson Welles, anche lui odiato/amato dall’establishment hollywoodiano. Ma probabilmente il grande amore per il cinema di Wood, è stato anche il motivo del suo non riuscire a fare un cinema degno di potersi chiamare tale. Quasi accecato, dal cinema stesso, il regista americano era letteralmente incapace di girare una scena in modo dignitoso, tanto che spesso – per futili motivi o per mancanza di danaro – girava una sola scena che reputava la migliore, nonostante ci fossero fondati motivi per rigirarla, come normalmente accade durante le riprese di un film.I film di Wood, invece, esprimo non solo un cattivo gusto che va così oltre da diventare un gusto unico – e per questo apprezzabile -, ma ricchi di errori tecnici, di trame insensate, di effetti speciali così visibili da dubitare che si possano chiamare “speciali”. Eppure, tutti questi elementi - che condannerebbero un qualsiasi regista alla bieca solitudine dell’anonimato – hanno fatto di Wood un regista famoso ed i suoi film trattati alla stregua (o quasi) dei capolavori del cinema.
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