Non mancano esperimenti interessanti come quello del duo francese technopop Daft Punk, che trasformano il loro intero cd Discovery del 2001 nel progetto Interstella 5555, lungometraggio fantascientifico d’animazione curato da Leiji Matsumoto, il creatore di Capitan Harlock e Galaxy Express 999. Spezzoni del film, che racconta la storia del rapimento di un gruppo rock alieno da parte di una misteriosa entità, verranno utilizzati come video promozionali per i singoli. La tecnica dei video d'animazione rimane tuttora in auge ed è stata riprese per Break the Ice (2008), uno degli ultimi video di Britney Spears, nel quale la versione animata della pop star si muove in atmosfere tipicamente cyberpunk.
Un ritorno alle origini del glam rock si ha con gli scatenati The Darkness; il loro video I believe in a thing called love (2003) è un tenero e scanzonato omaggio ai B-movie di fantascienza degli anni cinquanta e sessanta, quei filmetti in cui si potevano intravedere i fili che reggevano i modellini delle astronavi, mentre i mostri alieni si palesavano nella loro essenza di fogli di cartoncino incollato. Analogo omaggio lo rendono i Coldplay in Talk (2005), nel quale l’esplorazione di un mondo alieno in bianco e nero ricorda le candide ingenuità di certi vecchi film, nei quali si partiva alla conquista dello spazio con l’impermeabile e la pipa.
Più organico e completo è il discorso portato avanti dai Linkin Park. Fin dalla sua nascita, il gruppo rock californiano ha curato in modo particolare l’immagine dei video, trasferendovi tutta la passione dei componenti della band per l’uso dell’alta tecnologia e per le atmosfere decisamente orientate al fantastico e alla fantascienza. Così il video che li ha resi famosi nel mondo, In the end (2000), si svolge su un pianeta misterioso, tra rovine di civiltà sconosciute e strani cetacei volanti che rimandano alle atmosfere della saga di Dune di Frank Herbert. Nel successivo Somewhere I belong (2003) è il robot Gundam, sconfitto e caduto nella polvere, a simboleggiare lo scontro tra il mondo reale e quello fantastico. La versione remix di Point of authority (2002) racconta l’epica battaglia tra due civiltà robotiche, l’animazione di Breaking the habit (2003) rimanda alle atmosfere ruvide e oscure del capolavoro giapponese Akira, mentre l'ultimo video uscito, Leave out all the rest (2008), riprende l'ambientazione e la trama del (mediocre) Sunshine, pellicola firmata da Danny Boyle.
Per trovare dalle nostre parti una trattazione recente e sistematica dei temi e delle atmosfere futuristiche, occorre rifarsi alla produzione dei torinesi Subsonica; fin dai suoi esordi infatti la band ha mostrato una decisa attrazione, sia nei pezzi che nei video, a situazioni ultra tecnologiche e da apocalisse prossima ventura. Ne sono testimonianza video quali Nuova ossessione (2002), calato in una civiltà post catastrofe, Abitudine (2006), testimonianza dell’incontro tra tecnologia e mutazione del corpo umano. Particolarmente interessante il video di Incantevole (2006), finora il maggior successo commerciale del gruppo, nel quale la pioggia di meteoriti che devasta Praga è vissuta attraverso la videocamera di due giovani turisti, secondo canoni di ripresa-verità che anticipano l’uso massiccio di tale tecnica vista al cinema nel recente Cloverfield.
In ultima analisi, la fantascienza ha attraversato oltre trent’anni di mode e generi musicali, toccandoli tutti in modo più o meno approfondito. A ciascuno ha ceduto suggestioni e memorie, immagini e sensazioni, idee e tecnologie; la musica si è appropriata di tutto ciò, amalgamandosi con esso e generando espressioni visive che, a tratti, sono sfociate in sperimentazioni di alto livello e contenuto. Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sulla potenza evocativa e sulla capacità di penetrazione della fantascienza, forse potrà ricredersi: è sufficiente guardare due automi che si baciano…
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