Space is the Place, uno degli esempi più significativi del pensiero afrufuturista e film a cui partecipò lo stesso Sun Ra, si rapporta appunto alla volontà di appropriarsi di una dimensione futura o quantomeno possibile.

Nel tentativo di conciliare il dualismo “Nativo-estraneo”, proponendo un nuovo soggetto sociale da costruire attraverso una pratica artistica che riflettesse sulla duplicità della condizione afro-americana, Sun Ra esprime la necessità di una nuova coscienza da conquistare attraverso la tecnologia. L'utilizzo dei sintetizzatori durante le sue performances, rappresenta l'esigenza di sperimentare quello spazio ancora vuoto che ora per la prima volta si rende accessibile anche alla comunità nera. Il proliferare delle nuove tecnologia ha dato vita al cyberspazio, uno spazio virtuale accessibile a tutti e attraverso cui trovare nuovi modi di espressione. Il fine ultimo di questo movimento che ancora per la sua varietà si presenta disomogeneo è appunto l'accesso alla sfera pubblica per raggiungere una coesione sociale, rielaborare la propria identità a partire da nuovi mezzi di comunicazione. Che la fantascienza abbia un ruolo determinante in questo processo è indubbio, come letteratura che si occupa del futuro e del possibile, ma soprattutto come genere letterario attraverso cui descrivere la realtà contemporanea utilizzando immagini metaforiche.

Se per Philip Quenau in Eloge de la simulation (Champ Vallon, Seyssel, 1993) come per lo stesso Dick, il progresso della tecnica passa attraverso la progressiva de-realizzazione dell'uomo e l'incessante simulazione del reale, per gli afrofuturisti la tecnologia svela nuove possibilità di emancipazione.

Attraverso la creazione di mondi possibili la fantascienza costringe il lettore a confrontarsi con la realtà attuale, creando allo stesso tempo una nuova percezione del mondo e dell'andamento della storia. Sun Ra ha sempre lottato contro il razzismo, la sua musica voleva farsi portatrice di un messaggio di denuncia e provocazione. Il non aver citato scrittori afro-americani di fantascienza, anch'essi inseriti in quel contesto affascinante che è l'afrofuturismo è stato volontario. L'interesse si è rivolto a Dick per sottolineare quel sottile collegamento che in questa sede non si è potuto approfondire, che sussiste tra fantascienza di genere e lo stesso Sun ra. Che i mezzi siano stati differenti come il contesto sociale o il colore della pelle, i figli della stessa epoca hanno saputo cogliere, in modo diverso e in diverse prospettive, problemi comuni.