Spesso la loro musica è stata definita ‘neoclassicismo sperimentale’ o ‘progressive rock da camera’ ma, al di là di qualsiasi etichetta, credo sia più semplice dare un’occhiata soprattutto ai loro temi verbali per farsi un’idea dell’originalità del gruppo.Il primi tre album dei Magma (rispettivamente del 1970, 1971 e 1973) narrano le avventure di un gruppo di extraterrestri giunti sulla Terra dal pianeta Kobaia per riportare gli esseri umani in armonia con l’Universo (le intere vicende sono riassunte nelle note di copertina del terzo album). Il batterista Christian Vander, leader e filosofo del gruppo, è addirittura ideatore, per i testi, di un linguaggio apposito (corredato da regole grammaticali e sintattiche), detto appunto "kobaiano". Con l’altra mente del gruppo, il vocalist e percussionista Klaus Basquiz, Vander progetta così, sin dal primo album, una saga interstellare intessuta di una simbologia che ricorre quando al misticismo, quando alla cosmologia, quando alla magia, quando all’amore. Per alimentare poi l’inatteso successo commerciale che li aveva portati sin negli Stati Uniti, si escogitarono trovate quali nomi d’arte in kobaiano e scenografie a tema per le esibizioni live; all’epoca si diceva addirittura che i membri del gruppo fossero capaci di parlare fra loro in kobaiano. In questo caso possiamo dunque parlare non solo di concept album, ma addirittura di “concept band”.
Un meccanismo talmente complesso e di culto, però, non può che avere vita breve e, nella seconda metà degli anni Settanta (alla trilogia di Kobaia seguono un album dedicato ai misteri dell’antichità egizia, Köhntarkösz, un doppio live e un’altra prova "futuristica", Udu Wudu) l’instabilità della formazione si accompagna ormai anche alla minore freschezza della proposta musicale. Dopo il primo scioglimento della band, che risale al 1976 (anno comunque di svolta, per qualsiasi gruppo ‘progressivo’ alle prese col sorgere del punk e della disco, e della loro immediatezza), i Magma si sono riuniti svariate volte (le loro prove successive, abbandonato il linguaggio ‘kobaiano’ e le complesse strutture musicali che li avevano contraddistinti, si riferiranno perlopiù al gospel e alla fusion) e sono attivi a tutt’oggi, senza destare tuttavia l’interesse che aveva scatenato la loro iniziale originalità.
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