La Molly di Neuromante di William Gibson non può che ricordare Jaime Sommers, dato che anche lei ha arti e muscolatura potenziati da innesti cibernetici e ha delle protesi oculari al posto degli occhi. L'approccio delle due serie bioniche era forse più timido, le protesi di Steve e Jaime sono indistinguibili da normali arti e organi.

Michelle Ryan, la nuova Donna Bionica
Michelle Ryan, la nuova Donna Bionica
Una scelta forse dovute anche al contenimento dei costi, che però ha una sua efficacia narrativa, rendendo molto stridente il contrasto tra l'apparenza umana dei due protagonisti e le loro superiori capacità, accresciute dagli innesti bionici. Ovviamente non è paragonabile al cyberpunk il contesto nel quale i personaggi si muovono. Stiamo parlando di una serie televisiva mainstream anni Settanta, scritta secondo i canoni dell'epoca. Diversa sarà l'evoluzione della estetica del cyborg nel successivo futuro, sia nella letteratura, che nel cinema. Organi meccanici, protesi, si sovrapporranno in modo visibile alla carne, fondendosi con essa, ma rimanendo visibili. Una scelta che vuole enfatizzare la tendenza dell'uomo ad assimilarsi alla macchina. Rimanendo all'ambito televisivo e cinematografico, la famiglia bionica ha anche antenati illustri, e cugini contemporanei. Maria in Metropolis di Fritz Lang è in parte il primo robot, ma anche il primo cyborg della storia del cinema, e risale al 1927, la nonna di tutti i Cyber. I Cybermen, nemici del Doctor Who, sono stati inventati negli anni Sessanta, e potremmo definirli dei fratelli maggiori. “Cugino” di Steve e Jaime si può definire il protagonista del cartone animato giapponese Kyashan, un ragazzo il cui cervello è stato impiantato in un corpo robotico. Figli della famiglia bionica, sono sicuramente Robocop, del quale rimane ben poco di umano, e i Borg di Star Trek, ossessionati dall'idea di assimilare nella presunta perfezione della macchina qualsiasi organismo. Infine, Motoko Kusanagi di Ghost in the Shell, protagonista del manga e dell'anime ideato da Masamune Shirow, è un nipote veramente molto lontano del nonno Steve Austin. Anche se con diverse percentuali di carne e macchina, comune è l'appartenenza alla razza cyborg, scaturita dall'aspirazione dell'uomo di fare il piccolo Dio.

I cofanetti de L’Uomo da sei milioni di dollari e de La Donna bionica, consentono adesso di far conoscere alle nuove generazioni, questa coniugazione del tema. Si appassioneranno le nuove generazioni a questi telefilm?

Purtroppo i cofanetti, uno per ogni stagione, pur se completi di tutti gli episodi (nel primo dell'Uomo bionico sono compresi pure i tre iniziali film televisivi) sono privi di contenuti speciali. D'altra parte il mercato dell'home video negli anni Settanta era di là da venire e non venivano preparati contenuti ad hoc per tale mercato. L'assenza di questi contenuti è un peccato, perché una visione di tali telefilm senza un approfondimento, rischia di essere davvero una impresa per ultra appassionati. Ma anche questi avrebbero gradito qualcosa di più. Per fortuna sono venduti a un prezzo relativamente contenuto. Si trovano in vendita on line anche a meno di 30 euro. Il doppiaggio è rimasto quello dell'epoca. La presenza della traccia audio originale in lingua inglese è l'occasione per sentire le voci originali dei protagonisti. Per il lancio di tali cofanetti la scorsa estate, al Roma Fiction Festival, sono intervenuti Lee Majors e Lindsay Wagner.