La cosa importante per me è divertirmi. Se una storia mi piace sono capace di scrivere un romanzo in un mese, anche se poi fatico io stesso a leggerlo e il romanzo ha bisogno di un enorme lavoro di ripulitura ed editing. A volte basta un nome, una parola. Soltanto un titolo. Più è complicata la situazione più mi diverto. Quando scrivevo de l’Artiglio lo cacciavo in situazioni impossibili poi mi lambiccavo il cervello per farlo venir fuori senza dimenticare la credibilità anche nell’incredibile.Quando mi hai chiesto un racconto per Delos (n. 107, speciale narrativa C'era una volta l'Italia, ndr) avevo in mente soltanto il titolo (che era diverso, L’uomo che ascoltava i muri) e una trama volatile. Poi ci ho aggiunto un mio vecchio sogno reale, come ingegnere intendo, quello di creare vetri con memoria (già oggi esistono i metalli con memoria). Ne è venuto fuori L’uomo che ascoltava le finestre, racconto del quale sono molto soddisfatto.
Da quale elemento parti per elaborare una trama o costruire la biografia di un personaggio?
Ho in parte risposto a questa domanda in quella precedente. La trama la costruisco sulla vicenda. Cerco di dirottare l’attenzione del lettore su altro per poi sorprenderlo nel finale, cosa che qualche volta mi riesce bene, altre meno bene. Ma la cosa più importante per me è narrare per immagini. Costruisco le mie storie su immagini. Il lettore deve ‘vedere’ quello che scrivo. Se devo essere sincero sin in fondo, spesso comincia a scrivere senza avere una vera e propria trama (sì, lo so è sbagliato, ma grazie al Cielo scrivere è un piacere non un dovere), poi pian piano ci aggiungo personaggi, situazioni sino a creare una storia solida. Non è raro che comincio con una idea e termino con qualcosa di completamente opposto.I personaggi sono reali. Sono un attento osservatore della gente e mi rendo conto che il rischio maggiore per uno scrittore è descrivere personaggi stereotipati. La gente delle mie storie dev’essere gente vera. La stessa che incontri per strada e la cui reazione davanti a aventi incredibili dev’essere umana. In questo modo il lettore può immedesimarsi e quindi decretare il successo del narrato.
Hai sempre affermato che per te scrivere è puro divertimento. Si può dire che per te è anche una necessità quasi viscerale?
Di più, fisiologica come mangiare, dormire, respirare. Se a causa del lavoro - o di altre ragioni contingenti - non riesco a scrivere per alcuni giorni entro in crisi di astinenza e sto male. Nell’antologia E la padella disse…(editrice Delos Books) c’è il racconto Allegro ma non troppo che non è molto lontano dalla mia realtà.
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