Ci ha lasciati un altro autore storico. Barrington John Bayley, scrittore inglese nato a Birmingham, è scomparso lo scorso 14 ottobre a seguito dell’aggravarsi del tumore all’intestino che gli era stato diagnosticato da tempo. Pur non avendo raggiunto la fama dei colleghi più illustri, Bayley seppe farsi interprete di una rilettura personale del genere, incentrando le sue storie sulle idee e partecipando attivamente alla lunga stagione di rinnovamento portata dalla New Wave.
Dopo il suo primo racconto, “Combat’s End” apparso sulla Vargo Statten Science Fiction Magazine nel 1954, a partire dagli anni ‘60 fu collaboratore fisso di New Worlds, del cui curatore Michael Moorcock divenne amico. Fu proprio questa amicizia a spingerlo verso il movimento di sperimentatori e “scapigliati” della New Wave. Il suo primo romanzo fu Star Virus (1964). Il primo tradotto in Italia fu invece Empire of Two Worlds, pubblicato da “Urania” nel 1972 con il titolo Dai bassifondi di Klittmann City (n. 605). Le sue opere più compiute secondo la critica restano La caduta di Cronopolis (The Fall of Chronopolis, 1974) e Rotta di collisione (Collision Course, 1973), entrambe pubblicate dalla Nord, rispettivamente nel 1976 e nel 1977. La speculazione sulla natura del tempo e sul suo divenire è centrale nell’opera di Bayley, che in questi lavori mette in scena affreschi sofisticati e complessi senza disdegnare atmosfere metafisiche.
La sua influenza è stata riconosciuta su autori del calibro di M. John Harrison. Il sito Astounding Worlds of Barring Bayley include questo profilo di Bayley, definendolo “il maestro zen della moderna space opera“.
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