Le zone più lontane del nostro sistema solare saranno studiate in grande dettaglio grazie a un satellite che è stato messo in orbita il 19 ottobre e lanciato dal Kwajalein Atoll situato nel Pacifico meridionale (ne trovate l'immagine alla fine dell'articolo).
Il satellite si chiama IBEX, acronimo per Interstellar Boundary Explorer (esploratore del confine interstellare) e opererà per due anni da un'orbita molto alta attorno alla Terra (circa 7000 chilometri).
Il vento solare, il flusso di particelle che viene emesso dal sole, forma una specie di bolla protettiva attorno al sistema solare chiamata eliosfera. Ai margine della bolla, dove il vento solare si scontra con il pulviscolo interstellare, si forma un'onda d'urto. IBEX è progettato per individuare gli atomi che vengono interessati da questo fenomeno e respinti da questo confine che, in pratica, protegge l'intero sistema da raggi cosmici provenienti da altre parti della Via Lattea.
"Questi confini ci ripara dall'ambiente galattico sfavorevole" ha dichiarato Nathan Schwadron, capo dello staff scientifico della missione.
"Ogni sei mesi elaboreremo una mappa globale di dove questi atomi si formano e calcoleremo la loro velocità" ha invece detto Herb Funsten del Los Alamos National Laboratory. "Con queste informazioni potremo scoprire la forma di questa bolla e conoscere qualcosa sulle proprietà della materia interstellare che si trova al di là di essa."
Le due sonde Voyager sono state le prime a esplorare questa regione dello spazio, che inizia a una distanza dal sole di circa tre volte quella che è la distanza di Plutone. Il Voyager 1 ha superato questo confine, che è definito Termination Shock e si trova a 94 unità astronomiche di distanza dalla Terra, il 16 dicembre del 2004, mentre il Voyager 2 lo ha fatto lo scorso anno.
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