Affidandoci alle suggestioni suggerite da Hardware, potremmo quindi essere in balia di eventi superiori annegati nell’evolversi tecnologico, che ci potrebbero portare a ragionare in termini esulanti dalla biologia e alla comprensione istintiva degli incommensurabili incastri dimensionali, architettonici e matematici che costituiscono le grandezze fisiche intorno a noi e che ora non riusciamo a intendere profondamente; noi umani siamo già in crisi con la quarta dimensione e chissà quante altre ne esistono. Viene spontaneo chiedersi come potremo mai gestire l’incommensurabile immaginandoci soltanto degli umani tecnologicamente potenziati.
Ed ecco delinearsi, quindi, la necessità e la bellezza di essere su un piano superiore di consapevolezza (tramite la tecnica) su cui sviluppare coscienza e intelletto, il proprio esistere intimo, il comprendere la matematica e le dimensioni al pari di un mago del passato, di un maestro mistico che interpreta le regole aliene della fisica a lui sconosciute con l’intuito sovrannaturale del sonnambulo. Saremo, in quell’ipotesi, dei postumani che useranno la tecnologia scientemente, che si muoveranno oltre la tecnologia stessa consapevoli del cosmo che ci circonda e che (magari non tutti, ma quelli che contano sì) si sentiranno superiori a ciò che l’umanità era prima, che fremeranno per raggiungere le vette di cognizione permesse dall’accrescimento strutturale tecnologico? La mia personalissima visione delle cose future è questa: saremo postumani immersi in uno stadio più alto di esistenza, in corsa verso la suprema forma di vita a noi ancora sconosciuta, incorporea, in cui le follie biologiche saranno abbandonate così da abbracciare la pura energia, così da guardare quasi con commiserazione alle attuali ristrettezze carnali e tecnologiche – necessarie, tuttavia al raggiungimento dei futuri traguardi eterei.
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