Un mattone come un altro

L'ambiente dovrebbe quindi essere considerato come un elemento tra i tanti che vanno buttati nel calderone dove bolle la pozione magica, per vedere cosa alla fine ne uscirà fuori. Teniamo presente che la scelta dell'ambiente può anche servire a mettere in rilievo lo stato d'animo dei personaggi in modo da non dover calcare troppo sulla psicologia. Come separare ad esempio, la psiche dei personaggi dei racconti di Ballard dai paesaggi di desolazione che li circondano? Al contrario, potremmo ottenere dei risultati espressivi ambientando una storia cupa in un ambiente fortemente contrastante, solare e gioioso.Se noi rifletteremo sull'ambiente, sin dai primi momenti del processo creativo, sia che scegliamo l'ambiente in rapporto al clima spirituale dei personaggi, sia che lo scegliamo unicamente per avere un'ambientazione realistica, probabilmente otterremo un qualcosa che ha una marcia in più. Il lettore vedendo il personaggio muoversi in un ambiente vivo di rado avrà l'impressione di un carattere stereotipato e la storia, se è intimamente connessa all'ambiente che l'ha generata, sarà comunque maggiormente originale. Ben difficilmente, assomiglierà a qualcosa di già letto. È anche vero, che poiché di rado le cose rimangono come sono state immaginate all'inizio, anche se scegliamo l'ambiente abbastanza in là nel lavoro, finirà che o lo sceglieremo istintivamente in modo che esalti naturalmente le caratteristiche della storia e del personaggio, oppure finirà comunque per dire la sua, e ci accorgeremo che il personaggio si sta modificando in corso d'opera per adeguarsi al nuovo arredamento della stanza.Naturalmente la cura dell'ambiente non rappresenta una ricetta da applicare pedissequamente in ogni caso.

Vi sono effettivamente storie che possono funzionare bene, forse anche meglio con un ambiente scarsamente delineato, starà all'abilità dell'autore decidere, caso per caso, come e quanto mescolare gli elementi a seconda del risultato che vuole ottenere. Una storia è come un cocktail, cambiando dosi, cambia il sapore. D'altronde, che si tratti di istinto o di riflessione, parte non secondaria dell'attività dello scrittore è quella di prendere decisioni. Ma, visto che mi è stato chiesto esplicitamente, di fare degli esempi partendo dai miei romanzi, possiamo dire che i romanzi dell'Ucci potrebbero rimanere gli stessi, se anziché a Roma fossero stati ambientati a New York? L'ambiente ministeriale romano, il sottobosco politico, non è forse ciò che fornisce realtà e probabilmente originalità ad essi? D'altronde, è possibile ipotizzare un personaggio come Mariani, con tutte le caratteristiche che gli appartengono, in un ambiente completamente differente? Ripetiamolo, il personaggio è fatto dall'ambiente. Quante volte un autore si è detto: “No, qui ho sbagliato e debbo correggere, in queste circostanze, in questo ambiente, il mio personaggio dovrà comportarsi per forza così, anzi, più radicalmente, dovrà essere così.

Come scegliere i dove

Quanto l'ambiente deve essere veritiero? Dipende da ciò che si sta scrivendo, se si scrive un romanzo storico, naturalmente l'ambiente storico dovrà essere oggetto di una vera e propria ricerca, se invece state scrivendo un giallo, uno svarione storico o topografico potrebbe essere perdonato, ma l'ambiente deve comunque essere realistico. Potete inventare una strada a Bologna, ma la città che andate a descrivere, deve comunque assomigliare all'idea che il lettore ha di Bologna (naturalmente potreste volergli invece mostrare una Bologna che non conosce, che non ha mai visto,  ma questa partirà sempre, alla fin fine, da un'idea di Bologna) Ma quando si viene a toccare la fantascienza tenete però sempre ben presente una cosa, generalmente il lettore di fantascienza è informato e tignoso, scrivere: “la debole luce rossastra di Fomalhaut stendeva delle ombre soffuse sull'astronave adagiata nel deserto” è un sicuro suicidio. Potrete scrivere la più meravigliosa storia che si sia mai letta in fantascienza, la più appassionante, la più poetica, ma sia ben chiaro che almeno un lettore alzerà il ditino e dirà: “scusasse, ma Fomalhaut è una stella bianca, e anche molto luminosa”. E continuerà a ripeterlo e a ripeterlo e a ripeterlo. E niente lo convincerà che voi non siate degli ignorantoni che non sanno ciò di cui scrivono. E dopo dieci anni ancora sarete quelli che hanno scambiato una stella bianca per una gigante rossa. Allora, nell'era di internet, Google, manuali in linea e tutto il resto, perché non sprecare cinquanta secondi per controllare prima di farsi sfuggire uno svarione? La stessa cosa, se volete ambientare la vostra storia in un ambiente a gravità zero, documentatevi un istante su cosa realmente significhi la gravità zero, giusto per evitare che il vostro protagonista si versi un bicchiere di lambrusco senza fare delle acrobazie per tenerlo nel bicchiere. Che diavolo, basta Google o la pubblicità del Tavernello.