Giampietro Stocco è uno dei pochi scrittori italiani di genere fantastico che ha una vera e propria passione per il genere Ucronia. Ad esso ha dedicato vari romanzi e un sito Internet, ricco di interviste a scrittori e recensioni, dal titolo The Uchronicles (www.giampietrostocco.it).

Nato a Roma nel 1961, Stocco si è Laureato in Scienze Politiche, ha studiato e lavorato in Danimarca per alcuni anni ed giornalista professionista in Rai dal 1991, dove ha collaborato con il GR2. Attualmente lavora nella sede regionale per la Liguria di Genova che è la città dove risiede.

Il suo primo romanzo, Nero Italiano (Fratelli Frilli Editori, 2003), è una storia alternativa dove lo scrittore descrive un'Italia fascista del 1975, in uno scenario mondiale in cui le dittature di destra hanno vita sempre più difficile. Del 2005 è Dea del Caos, il seguito di Nero Italiano, pubblicato sempre per Fratelli Frilli Editori.

Da Dea del Caos il regista Lorenzo Costa ha tratto un adattamento per il palcoscenico che è stato messo in scena dal Teatro Garage di Genova nel 2006 e nel 2007. Per i tipi di Chinaski, nel 2007, Stocco ha inoltre pubblicato il romanzo di fantascienza Figlio della Schiera, un classico romanzo di fantascienza che ha nella diversità il suo tema portante, mentre del 2008 è La corona perduta (Edizioni Scudo), anche questo un’ucronia, in cui in un futuro parallelo, Napoleone - rimasto "immobile" anzitempo a causa di un’improvvida pallottola - non ha portato a termine la sua missione di modernizzarre l’Europa. Oltre alla scrittura, Giampietro Stocco si occupa anche di temi di attualità e di musica rock, collaborando al sito www.radiorock.to.

Nel 2005, con il racconto L'ospite, Stocco ha vinto l'edizione 2006 del premio Alien e con il romanzo Dalle mie Ceneri è il primo autore a apparire nella collana Odissea, diretta da Gianfranco Viviani, della Delos Books. Lo abbiamo intervistato proprio su quest’ultimo romanzo.

Con Dalle mie ceneri sei ritornato al genere che preferisci: la storia alternativa. Cosa ti affascina di questo filone della fantascienza?

In realtà Dalle mie ceneri è un romanzo che nasce come un racconto dove la storia alternativa va di pari passo con la fantascienza. Ma andiamo per ordine. Dell'ucronia mi affascina l'estrema libertà di azione e nello stesso tempo il filo logico-storico che bisogna seguire. Si ipotizza che le cose siano andate diversamente rispetto alla nostra linea temporale? Ebbene, le conseguenze non sono mai casuali, bisogna stare lì a studiare e chiedersi tutte le eventuali implicazioni alternative, come si possono incastrare tra loro. È un puzzle, non tanto diverso da quello che affrontano gli storici veri, e non a caso il buon Henry Turtledove nella sua vita di tutti i giorni è specialista di storia bizantina. Insomma, bisogna cercare di essere credibili, di non cadere in svarioni. In una parola, essere accurati. Questo mi affascina dell'ucronia. Poi, in Dalle mie ceneri c'è il tema tutto fantascientifico del postumanesimo e del corpo rigenerato, potenziato, snaturato, reinterpretato. Un argomento che mi affascina al momento quanto e più dell'ucronia. Mettere insieme questi due elementi mi ha dato un'enorme soddisfazione.