Il colonnello Assurbanipal, un polipoide dall’epidermide di un blu intenso di lunghezza d’onda di 580 nanometri, esemplare ormai prossimo alla maturazione completa – lo confermava il fatto che ormai non sbavava più il denso liquido gastrico normalmente rigurgitato da un giovane stomaco Krake non del tutto sviluppato e per questo incapace di assimilare il loro complicato processo digestivo –  gli si avvicinò con circospezione. –  Nel corso di un normale controllo, i manovratori del cronoscandaglio hanno ravvisato, in prossimità della sorgente temporale dello sferoide oblato, un antropoide senziente i cui poteri potrebbero rallentare o ancor peggio impedire il nostro piano di conquista: allo stato attuale essi affermano che un intervento militare è vivamente sconsigliato.Il generale  si alzò dal suo giaciglio di sterco Gaussiano, la cui comodità era ben nota in quella parte di universo, e strisciò lentamente verso il ripiano cucina dove con movenze studiate iniziò a prepararsi una tisana di fiori di Spora Globulosa, organismo vegetale dal potere calmante.– Lei vorrebbe dirmi che una volta al cospetto di nostra unicità Galattica la cosa migliore che avrò da dirgli sarà che una singola creatura aliena mi impedisce di portare a termine il compito affidatomi causando un deprecabile ritardo nel completamento della sua mirabilissima collezione di mondi senzienti? – Il generale alzò uno dei suoi molteplici tentacoli, quello adibito all’espulsione del tristemente noto getto esofageo. – E questo che mi sta dicendo, colonnello? Senza perdere la calma il colonnello Assurbanipal aprì la sua olopergamena. – Devo confessare che mai prima d’ora le nostre armate si sono trovate di fronte a un simile ostacolo. Tuttavia ho pensato a un’operazione militare il cui buon esito può toglierci da questo pantano… ma per organizzarla ci serve una specifica autorizzazione da parte di nostra Unicità Galattica.Il generale abbassò il tentacolo arma e, alzandone un secondo, afferrò l’olopergamena del colonnello scrutando in essa le immagini in movimento, riflesse in diversi monitor organici, che in quel preciso istante mostravano una simulazione operativa.Trascorsero istanti di silenzio, poi il generale riconsegnò ad Assurbanipal la olopergamena.– Si tratta di un’operazione audace, non c’è che dire.

La testa multipla del colonnello annuì vigorosamente. – Audace sì, ma indispensabile.

Agum Ier strisciò attraverso la cucina  per poi avvicinarsi al grande finestrone panoramico di babordo attraverso il quale potè ammirare l’oscura vastità dello spazio.

D’improvviso, l’interfono dell’alloggio entrò in funzione e una voce metallica lo informò che l’incrociatore Imperiale si era materializzato a pochi cubiti dalla karûm.

Il generale deglutì nervosamente al solo pensiero che il loro imperatore era infine arrivato e che molto probabilmente avrebbe voluto ricevere buone notizie dal suo migliore ufficiale di spaziomarina, notizie che suo malgrado Agum Ier non possedeva. Almeno non ancora.

– Per quanto rischioso –  sussurrò il generale – mostrerò a nostra Unicità Galattica il  piano cercando di farlo apparire il più convincente possibile. Ora, colonnello, mi lasci solo…

Il colonnello Assurbanipal distese i tentacoli sul pavimento, compiendo allo stesso tempo un buffo inchino prima di strisciare lentamente fuori dell’alloggio lasciandosi alle spalle il suo comandante immerso in oscure riflessioni.

                                                              Incrociatore Imperiale

                                                         balzo quantico+6 ksecondi

Sharru rabû XXX°, Sublime Imperatore Krake come del resto lo fu suo padre prima di lui e ancor prima suo nonno e così via fino alle più lontane radici dell’Impero, sbuffò annoiato nel dover prestare ascolto al generale Agum Ier,  impegnato in quel momento a ragguagliarlo sullo stato delle operazioni belliche in prossimità dell’agognato tredicesimo pianeta mancante.

Solo quando il suo cerebro fu sazio di un fiume di dati perlopiù incomprensibili, l’Imperatore decise di interromperlo.

– Quelle che i miei apparati uditivi percepiscono sono parole vuote, del tutto prive di coraggio e onore; e poiché il mio tempo è prezioso io generale le chiedo: è in grado di  soddisfare il  suo Imperatore o no?

 Prostrato dinanzi a lui,  il generale annuì con un leggero movimento del suo cranio multiplo distendendo nel contempo i tentacoli a terra in segno di assoluta sottomissione. – Ci siamo quasi, Vostra Unicità Galattica. La flotta Imperiale è dislocata nell’orbita esterna del pianeta e i miei soldati fremono nel voler soddisfare ancora una volta le richieste del loro Sovrano…

– Ma ? – lo interruppe l’Imperatore.

– A quanto pare sembra che sia sorto un piccolo problema…

L’Imperatore si sporse in avanti, gli occhi iniettati d’ira. –  Vuole definire meglio il concetto a me estraneo di “problema”?