I film tratti da videogiochi hanno avuto anch’essi un periodo d’oro lungo pochi anni: comincia Super Mario Bros. nel 1993, poi
![Lara, alias Angelina Jolie. o anche il contrario.](https://www.fantascienza.com/imgbank/halfpage/NEWS/tomb_raider.jpg)
Ciò spiega anche tutta la ridda di annunci e smentite su nuovi film tratti da videogiochi, susseguitasi nel corso degli ultimi anni. Da Broken Sword al celeberrimo Diablo, passando per il fantasy strategico Warcraft e il fantascientifico Halo di cui con insistenza si è parlato in questi anni come il prossimo progetto di Peter Jackson. A rimanere nel limbo eterno di una vaga “pre-produzione” sono però soprattutto i sequel di film già realizzati ma il cui successo non è stato conforme alle aspettative: il terzo capitolo di Tomb Raider, il terzo di Mortal Kombat, il seguito di Silent Hill e così via, solo per citare i titoli più noti.
La febbre per film di questo genere è salita nella prima metà di questo decennio, ma sgonfiatasi la bolla ha lasciato migliaia di tecnici di studios, sceneggiatori e produttori senza lavoro per la cancellazione di innumerevoli titoli. Forse come reazione, o forse come desiderio di omaggiare un mondo che tanta ispirazione ha dato al cinema, molti registi e produttori di successo si sono gettati nella produzione di videogame. Il primo fu proprio George Lucas che fondò nel 1982 la LucasArts appunto per dirigere la realizzazione dell’enorme numero di prodotti ludici legati all’universo di Star Wars, poi estesasi anche ad altri titoli originali, tutti di grande successo (la LucasArts è anche detentrice, ovviamente, dei diritti di produzione dei titoli legati a Indiana Jones).
Nel 1995, anche l’amico e collega Steven Spielberg ha cominciato a sfruttare questa vena attraverso la sua casa di produzione Dreamworks, nella fattispecie la branca apposita “Dreamworks Interactive” per la realizzazione di alcuni videogame ispirati ai suoi film: titoli come Medal of Honor, Jurassic Park: Trespasser e Chaos: The Lost World hanno ottenuto un buon successo (soprattutto i primi due); ma va ricordato che quando nel 1982 l’Atari sviluppò un videogioco basato su E.T. il risultato fu uno dei più grandi flop commerciali di tutti i tempi in questo campo. Quest’anno Spielberg ha inoltre realizzato personalmente per la Electronic Arts (che nel 1999 ha acquisito la Dreamworks Interactive) il suo primo videogame pensato e prodotto per la console Wii della Nintendo: un gioco semplice e molto arcade, “Bloom Box”, dove i giocatori si possono sfidare nella distruzione di edifici fatti di vari blocchi. Più rivoluzionaria l’impostazione di James Cameron che per il suo prossimo film di fantascienza, Avatar, ha dato mandato alla casa di produzione Ubisoft per la realizzazione in contemporanea di un videogioco basato sul soggetto cinematografico. In pratica, film e videogame procedono di pari passo tanto che lo stesso Cameron ha rivelato: «Ho lasciato la massima libertà ai team di Ubisoft, affinché fossero liberi di creare il miglior videogioco possibile, senza pensare necessariamente a sviluppare un titolo basato su un film».
Si rivoluziona quindi tutto il canonico percorso che va dal videogioco al film e dal film al videogioco. Anzi, merita una riflessione quest’ultimo percorso che poi è quello tradizionale: molti dei film d’azione e di fantascienza più significativi sono stati trasposti in videogiochi spesso di grande successo. Senza dubbio la LucasArts ha saputo sfruttare più di ogni altra casa di produzione questa pista, dato che la maggior parte dei prodotti ludici di Star Wars sono stati accolti benissimo dal pubblico, senza parlare di alcuni titoli della saga di Indiana Jones che sono entrati nel cuore degli appassionati. La saga di Alien ha dato vita a un numero difficilmente calcolabile di videogiochi. Buon successo, almeno tra gli appassionati, hanno inoltre riscosso altri titoli tratti da film di fantascienza: Dune II e Dune 2000 (1992 e 1998), Blade Runner (1998), tutti sviluppati dalla veterana Westwood, e i numerosi titoli ispirati agli episodi di Star Trek.
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