Quando avevano chiesto a Philip K. Dick di elencare i suoi otto romanzi migliori, lui Ubik non lo aveva proprio inserito. Gli fu fatta notare questa mancanza, al che Dick rispose che in effetti quel romanzo gli piaceva ma “che non lo capiva”, e aveva aggiunto che molti scrittori e intellettuali francesi e polacchi avevano tentato di spiegarglielo ma lui continuava a non capirlo.
In realtà a Dick il romanzo piaceva molto e lo definiva “diverso dalla maggior parte dei suoi romanzi”.
Quanto sopra riportato è stato tratto, con piccole variazioni, dalla prefazione di Carlo Pagetti a questo volume, e ci sembra indicativo del carattere e della mentalità di Philip K. Dick.
Ubik è un romanzo fondamentale nel campo della fantascienza e uno dei migliori tra le opere di Dick. Viene giustamente ripubblicato (la prima edizione è del 1972 nella collana Galassia con il titolo Ubik, mio signore) in versione economica nella collana TIF e ripropone le varie tematiche che resero famoso lo scrittore: la vita oltre la morte, i poteri psi, la realtà apparente delle cose, l’entropia dell’universo e tanto altro ancora.
L'autore. Su questo scrittore molto è stato scritto, la sua vita esaminata quasi attimo per attimo. Ricordiamo l’interessante biografia recentemente ristampata dalla Fanucci, Divine invasioni di Sutil e di cui abbiamo dato notizia.
Pertanto diamo solo alcune brevi indicazioni: Philip Dick è nato nel 1928 a Chicago ed è morto nel 1982 dopo una serie di attacchi cardiaci. Ha avuto una vita segnata da difficoltà varie e anche economiche. Nel 1955 è uscito il suo primo romanzo, Lotteria dello spazio. Ha scritto capolavori come La svastica sul sole, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, da cui è stato tratto Blade Runner di Ridley Scott, e Ubik. Negli anni Settanta ha pubblicato l’ultima opera, la trilogia di Valis.
Molti altri suoi romanzi hanno avuto trasposizioni nel grande schermo come: Atto di forza (1990), Screamers — Urla dallo spazio (1995), lmpostor (2002), Minority Report (2002), Paycheck (2003) e Un oscuro scrutare (2006). Nel 2008 è uscito il film Next, con Nicolas Cage, tratto dal racconto The Golden Man.
La quarta di copertina. Glen Runcitar comunica con la moglie defunta per avere i suoi consigli dall’aldilà. Joe Chip scompare dal mondo del 1992 e si ritrova nell’America degli anni Trenta, mentre riceve misteriosi e cupi messaggi. Una trappola mortale sembra aver annientato i migliori precognitivi del sistema solare. È in corso una lotta per scrutare il futuro nel corso di un’impossibile dissoluzione del presente; mondi e tempi diversi vivono e fluiscono contemporaneamente, la vita si scambia con la morte. In Ubik Philip K. Dick affronta con grande ispirazione alcuni dei suoi temi più profondi: l’illusione che chiamiamo realtà, la mancanza di un tessuto connettivo e di un principio unificatore al di sotto dell’apparenza delle cose, il mistero di un Dio che tiene i dadi della vita e della morte.
Scritto nel 1966 e pubblicato nel 1969, Ubik è una delle opere più sconcertanti e riuscite di Philip K. Dick. Per il suo dirompente surrealismo, per l’ironia e la passione con cui analizza la società umana, Ubik è un classico di quella letteratura che sempre si spinge a esplorare i paradossi dell’esistenza con le armi della visione e della fantasia, con uno sguardo anarchico, insaziabile e curioso.
Philip K. Dick, Ubik (Ubik, 1969) traduzione di Paolo Prezzavanto, Fanucci Editore, collana TIF extra, pagg. 231, euro 9,90.
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