L’autore scozzese ha carta bianca nel tentare di riportare sul mercato il fumetto, peggio di così in effetti non potrebbe andare, e può godere della collaborazione di quello che sarebbe diventato uno dei migliori disegnatori sul mercato odierno: Brian Hitch. Ellis non si fa remore a gestire la situazione come più gli aggrada con una memorabile sterzata di timone. Nelle storie della squadra metaumana di pronto intervento delle Nazioni Unite (Stormwatch per l’appunto) vengono subito introdotte tematiche politiche molto più adulte che fanno eco al quadro reale contemporaneo: l’ottica si sposta dagli Stati Uniti, visti spesso come la rappresentazione di una vecchia e sorpassata egemonia di governo, e comincia a farsi sempre più globale in un eco di quello che si è cominciato ad intravedere nelle pagine di Destino: in questo caso siamo però di fronte solo ad una piccola apertura verso quanto seguirà.


Queste tematiche verranno riprese, assieme ad alcuni personaggi di Stormwatch, nel successivo Authority (Authority, Wildstorm – DC Comics, 1999 – Magic Press 2000), che diverrà una delle testate più famose della Wildstorm ma non con una visione così lucida o radicale. In Authority vedremo realtà parallele, nessonavi che si muovono nel tessuto connettivo fra gli universi (il Bleed), enormi “motori” che partendo da poche cellule sfornano eserciti di superumani, nulla però a mio avviso di così radicale da avvicinarsi all’incarnazione precedente. Una sola cosa interessante comincia a concretizzarsi, un concetto che Ellis utilizzerà anche altrove: i bambini nati il primo gennaio del 1900. Durante Authority, in particolare nel ciclo finale della gestione Ellis, si scopre che questi pochi e fortunati esseri rappresentano lo “spirito incarnato” del ventesimo secolo. Una sorta di sistema immunitario creato dalla coscienza stessa del secolo del progresso: in effetti la più famosa fra loro non è nientedimeno che un elementale dell’elettricità. Forse un piccolo evento di Singolarità è già postulato dall’autore scozzese, semplicemente è stato più sottile e meno appariscente di quanto ci aspettassimo.
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